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Cultura

Ninna nanna prigioniera, il film girato nel carcere di Torino, in anteprima a Bologna

Redazione Quotidiano Piemontese

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Ninna nanna prigioniera, il nuovo documentario di Rossella Schillaci girato a Torino nella Casa Circondariale Lorusso e Cutugno, sarà presentato in anteprima mondiale a “Biografilm Festival 2016 – International Celebration of Lives” (10 – 20 giugno, Bologna), nella sezione competitiva Biografilm Italia, domenica 12 giugno.

Ninna nanna prigioniera è un ritratto intimo e partecipe su maternità, responsabilità e scelte, e sull’energia vitale dell’infanzia che riesce a dare colore anche al grigio mondo carcerario.

Jasmina è una giovane donna di ventiquattro anni che sta scontando la sua pena in carcere, in custodia cautelare. In cella con lei vivono i suoi figli più piccoli: Lolita, di due anni e Diego, di pochi mesi. Con uno sguardo mai giudicante ed estremamente delicato, il film documenta da vicino il quotidiano di questo piccolo nucleo famigliare nei gesti di tutti i giorni: dal bagnetto, al pranzo, alle passeggiate lungo i corridoi del carcere… Tra momenti di speranza, altri di attesa e molti di resistenza alla dura vita tra le sbarre, Rossella Schillaci si interroga sul dramma che ogni madre si troverebbe ad affrontare in una situazione simile: la scelta tra crescere i propri figli, ma in prigione, o rinunciarvi, ma regalare loro la libertà.

La proiezione sarà domenica 12 giugno, ore 17.30, Cinema Lumière – sala Scorsese.

Racconta Rossella Schillaci

Quando mio figlio aveva pochi mesi – racconta Rossella Schillaci – ho partecipato con lui ad un corso di massaggio infantile in un asilo nido vicino alla Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino. In quella stessa scuola erano “ospitati” i bambini figli di madri detenute che, per poche ore alla settimana, potevano uscire per giocare con altri bambini. Non sapevo, allora, che per legge le madri incarcerate che hanno figli sotto i tre anni di età possano scegliere di tenerli con loro, in cella. E allora mi sono chiesta, da madre: come può essere vissuta la maternità per quelle donne rinchiuse? Come possano far addormentare il loro bambino senza poter camminare, perché la sera chiudono le cella a chiave e non c’è spazio per muoversi? Come può una madre crescere un figlio in un luogo dove la sua libertà e la sua dignità sono sospese? Ma al contempo, come possono dei bambini così piccoli crescere senza la loro madre? Chi può veramente decidere cos’è meglio per loro?

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