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Economia

API Torino boccia la proposta del Governo per sostenere le PMI

Redazione Quotidiano Piemontese

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“L’idea del Governo di attivare un canale di finanziamento privilegiato per le PMI attraverso i cosiddetti Pir, cioè piani individuali di risparmio dedicati ai privati i cui introiti sarebbero dirottati sotto forma di risorse di investimento per le piccole e medie imprese, rischia di avere effetti scarsissimi sulla rete di imprese torinesi e piemontesi”. La valutazione è del Presidente di API Torino, Corrado Alberto, che sostanzialmente boccia l’idea del Governo che potrebbe essere concretizzata a breve attraverso un Decreto legge su ‘Finanza per la crescita’.

Sulla questione è già intervenuta CONFAPI, ma adesso l’efficacia dei Pir viene declinata a livello locale. “Non si tratta – dice subito Alberto -, di una questione di appetibilità delle nostre imprese nei confronti dei privati. I problemi di reale utilità dei Pir derivano dal fatto che probabilmente questi saranno destinati ad aziende medie, cioè con fatturati tra i 50 e i 200 milioni di euro. Per capire di più, basta pensare che in Piemonte oltre il 90% delle imprese è sotto questa soglia. Mentre per quanto riguarda le società di capitali, l’81% circa è nella classe da 10 a 50 addetti (piccole imprese). Si tratta davvero di piccole imprese che ancora una volta verrebbero tagliate fuori da un importante canale di finanziamento. Si creerebbe qui in Piemonte, ma non solo, una situazione paradossale e grave: ad essere escluse sarebbero quelle imprese che costituiscono la maggioranza del tessuto industriale locale e che forniscono la gran parte dell’occupazione”.

Alberto quindi conclude aggiungendo: “Se davvero si vuole aiutare le nostre PMI, meglio sarebbe prevedere più crediti d’imposta, oltre che regole diverse nei confronti del credito bancario che non siano quelle  appena adottate circa per esempio il pegno mobiliare non possessorio che, a fronte del mancato pagamento anche di pochissime rate, consente alla banca di avviare le procedure esecutive mettendo a rischio la vita delle imprese anche quando queste possono vantare crediti con la Pubblica amministrazione”.

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