Cronaca
Allarme firme false dei Radicali per le elezioni di Torino: “Avrebbe dovuto aderire un torinese su venti, impossibile”
In seguito alla presentazione di 36 liste a sostegno di 17 candidati sindaci – escluso solo il candidato del Partito comunista del lavoratori – i coordinatori dell’Associazione radicale ‘Adelaide Aglietta’, Igor Boni, Silvja Manzi e Laura Botti, manifestano forti dubbi e riserve sulla regolarità delle firme presentate a sostegno delle candidature: “Non ci piacciono le lacrime di coccodrillo. L’avevamo già detto in un precedente comunicato del 13 aprile e lo ribadiamo oggi a liste presentate. Calcolatrice alla mano, il numero di Liste e di candidati a Sindaco comporterebbe la firma in città di circa un torinese su venti. Per intenderci: nel totale dei firmatari sarebbero comprese le persone molto anziane che non escono mai di casa, i malati, i neomaggiorenni e chi è residente ma non vive qui. C’è qualcuno che può ritenerlo probabile? Noi no. È, anzi, un risultato che riteniamo essere assolutamente inverosimile, se non impossibile, che deve porre in allarme tutti gli organi preposti ai controlli. Non sappiamo chi e quanti abbiano violato le regole ma riteniamo che, di tutta evidenza, violazioni ci siano state”.
Prosegue la nota dei Radicali: “Denunciamo questa situazione vergognosa che va a scapito di chi, con enorme difficoltà e fatica, le firme le raccoglie regolarmente, nel rispetto della legge; va a scapito in particolare delle formazioni minori che più rischiano di non riuscire a presentarsi; ma soprattutto non esiste possibilità di conoscenza – quindi di scelta consapevole – da parte degli elettori tra migliaia e migliaia di candidati in decine e decine di liste”.
In conclusione: “Da tutto questo emerge, di nuovo, la necessità di riformare la legge elettorale. E ancora una volta è evidente che l’unica riforma possibile è quella uninominale e maggioritaria dove ogni cittadino sceglie tra poche persone quella che più la rappresenta. Ma in attesa di questo ora occorre fare pulizia delle liste fasulle. Altrimenti la credibilità della politica, già bassa, scenderà sottoterra e non ci si lamenti, poi, ipocritamente della disaffezione dei cittadini”.
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