Cronaca
Nuovi problemi per Tarcisio Bertone per la vicenda della ristrutturazione del suo appartamento a Roma
Si fa sempre più complicata la situazione del Cardinale piemontese Tarcisio Bertone, che è stato a lungo Segretario di Stato del Vaticano durante il papato di papa Benedetto XVI. Secondo l’inchiesta in corso il cardinale Bertone ha avuto in concessione un grande appartamento a Roma, la cui ristrutturazione è stata in gran parte pagata con fondi provenienti dalla Fondazione Bambin Gesù che raccoglie denaro da destinare all’ospedale infantile di Roma. In seguito alle inchieste giornalistiche, il cardinale ha deciso di restituire alla fondazione una analoga somma a titolo di risarcimento per il danno di immagine subito. A marzo del 2016 il Vaticano ha aperto un’inchiesta sulla provenienza dei fondi utilizzati per ristrutturare l’attico abitato dal cardinale Bertone.
La situazione raccontata da l’Espresso
Se finora l’inchiesta si era concentrata sui presunti illeciti del manager preferito dal cardinale, Giuseppe Profiti, e sull’ex tesoriere della onlus Massimo Spina, chiudere la partita in tribunale senza coinvolgere anche Bertone sembra ora una mission impossible. A meno di equilibrismi giudiziari e volontà politiche che, in Vaticano, contano più di qualsiasi codice penale.
La tensione è alta. Molti prelati di spicco, e non solo della vecchia guardia conservatrice, sono infatti contrari ad una investigazione diretta dell’ex segretario di Stato, e definiscono l’apertura dell’inchiesta per peculato e appropriazione illecita «una vera follia». Qualcuno s’è spinto a protestare con il numero due di papa Francesco, il cardinale Pietro Parolin, evidenziando che iscrivere nel registro degli indagati anche Bertone sarebbe considerato «un attacco diretto a Benedetto XVI», il papa emerito che – quand’era in carica – ha sempre difeso il suo braccio destro. Spiegano in tanti: «Nemmeno la commissione d’indagine Cosea e i revisori di PwC, che avevano indagato sul Bambino Gesù, avevano messo nero su bianco il pasticcio dell’attico. E non è un caso».
La linea difensiva del salesiano, però, non ha finora giovato a coloro che lo vogliono lontano dal palazzo del tribunale. «Quelle di Bertone sono risposte deboli e omissive», commentano i presuli riformisti che vogliono che si faccia finalmente trasparenza e pulizia. E i suoi nemici rincarano: «È un fatto che il 7 novembre 2013 Profiti abbia mandato una lettera al cardinale in cui propone la Fondazione come ente pagatore dei lavori di ristrutturazione, ed è un fatto che Profiti abbia chiesto in cambio la possibilità di effettuare incontri istituzionali nell’appartamento. È sicuro che il giorno dopo Bertone abbia risposto accettando la generosa offerta, e che abbia allegato un elenco di interventi da realizzare».
Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese