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Ambiente

Referendum trivelle del 17 aprile. Le ragioni del Si e le ragioni del NO

Gabriele Farina

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Il 17 aprile gli italiani saranno chiamati a votare un referendum per decidere se vietare il rinnovo delle concessioni estrattive di gas e petrolio per i giacimenti entro le 12 miglia dalla costa italiana.

Questo il testo del quesito:

Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilita’ 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?

Queste le ragioni dei comitati che invitano a votare SI al referendum

1- Il tempo delle fonti fossili è scaduto: in Italia il nostro Governo deve investire da subito su un modello energetico pulito, rinnovabile, distribuito e democratico, già affermato nei Paesi più avanzati del nostro Pianeta.

2- Le ricerche di petrolio e gas mettono a rischio i nostri mari e non danno alcun beneficio durevole al Paese. Tutte le riserve di petrolio presenti nel mare italiano basterebbero a coprire solo 7 settimane di fabbisogno energetico, e quelle di gas appena 6 mesi.

3- L’estrazione di idrocarburi è un’attività inquinante, con un impatto rilevante sull’ambiente e sull’ecosistema marino. Anche le fasi di ricerca che utilizzano la tecnica dell’airgun (esplosioni di aria compressa), hanno effetti devastanti per l’habitat e la fauna marina.

4- In un sistema chiuso come il mar Mediterraneo un eventuale incidente sarebbe disastroso e l’intervento umano pressoché inutile. Lo conferma l’incidente del 2010 avvenuto nel Golfo del Messico alla piattaforma Deepwater Horizon che ha provocato il più grave inquinamento da petrolio mai registrato nelle acque degli Stati Uniti.

5- Trivellare il nostro mare è un affare per i soli petrolieri, che in Italia trovano le condizioni economiche tra le più vantaggiose al mondo. Il “petrolio” degli italiani è ben altro: bellezza, turismo, pesca, produzioni alimentari di qualità, biodiversità, innovazione industriale ed energie alternative.

6- E’ ormai provato che per ogni GWh di energia prodotta, in modo economicamente competitivo, le fonti rinnovabili impiegano dalle 5 alle 10 unità lavorative rispetto all’unica unità impiegata dalle fonti fossili. Dire che con le trivellazioni si creerebbero 3.000 posti di lavoro, come fa il Governo, equivale a dire che si perderebbero tra i 15.000 e i 30.000 posti di lavoro nel settore delle fonti rinnovabili.

7- Oggi l’Italia produce più del 40% della sua energia da fonti rinnovabili, con 60.000 mila addetti tra diretti e indiretti, e una ricaduta economica di 6 miliardi di euro.

8- Alla Conferenza ONU sul Clima tenutasi a Parigi lo scorso dicembre, l’Italia -insieme con altri 194 paesi- ha sottoscritto uno storico impegno a contenere la febbre della Terra entro 1,5 gradi centigradi, perseguendo con chiarezza e decisione l’abbandono dell’utilizzo delle fonti fossili. Fermare le trivelle vuol dire essere coerenti con questo impegno.

Queste invece le ragioni del Comitato ‘Ottimisti e razionali’ che invita a votare NO al referendum o a NON VOTARE perchè il referendum non raggiunga il quorum necessario all’approvazione:

1- Una sola cartiera di medie dimensioni consuma piú del doppio del consumo annuale di tutto il settore Oli&Gas.

2- Il settore ha una produzione di rifiuti inferiore, almeno 100 volte, al settore chimico e siderurgico.

3- Le trivellazioni si svolgono su aree assai limitate.

4- Le piattaforme non inquinano, niente viene scaricato in mare.

5- Le piattaforme sono oasi si ripopolamento ittico, nelle aree circostanti esiste il divieto della pesca a strascico.

6- Il catrame che troviamo a volte sulle spiagge é prodotto dalle imbarcazioni e non dalle trivelle.

7- Lo stop alla produzione idrocarburi aumenterà il transito di navi per l’import di combustibili.

8- Sono piú di 400 le imprese Oil&Gas coinvolte in Italia.

9- Il settore dá lavoro a circa 100mila addetti nella fornitura di beni e servizi.

10- Il fatturato annuo é superiore ai 20 miliardi.

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