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Dal 15 marzo arriva #Spid, il pin unico per tutta la pubblica amministrazione

Franco Borgogno

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Niente più file agli sportelli per iscrivere i propri figli all’asilo nido o per pagare i contributi Inps alle colf e neanche migliaia di password per accedere online a servizi pubblici e privati. Dal 15 marzo arriva l’identità digitale unica o Spid (Sistema pubblico per l’identità digitale).
“Un pin unico che dovrà diventare per tutti quello che è adesso il codice fiscale e che consentirà di lasciarci alle spalle la doppia F, ovvero file e faldoni. Spid ci consente infatti di usare l’innovazione legandola non alla parola obblighi bensì alla parola diritti” ha sottolineato durante la presentazione, il ministro per la PA e la semplificazione, Marianna Madia.

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Con un’unica identità digitale quindi sarà possibile effettuare pagamenti, transazioni di ogni tipo online, come ad esempio il 730 precompilato o la certificazione Isee e anche accedere allo sportello telematico di Imu, Tari e Tasi. L’accesso sarà semplice, sicuro e veloce da pc, smartphone e tablet. Tre i livelli di sicurezza dello Spid e comunque non ci sarà alcuna profilazione dei dati dell’utente. Tra il 15 marzo e la fine di giugno di quest’anno saranno oltre 600 i servizi che permetteranno l’accesso tramite Spid.
Le prime amministrazioni che aderiranno sono: l’Agenzia delle Entrate, Inps, Inail, Comune di Firenze, Comune di Venezia, Comune di Lecce, Regione Toscana, Regione Liguria, Regione Emilia Romagna, Regione Friuli Venezia e Giulia, Regione Lazio, Regione Piemonte e Regione Umbria.
Inoltre Tim, Poste e Infocert sono identity provider e rilasciano le identità digitali per accedere con Spid ai servizi pubblici e privati. Il percorso di implementazione del nuovo sistema di login da parte di tutta la pubblica amministrazione durerà 24 mesi.
Le adesioni saranno progressive “a macchia d’olio sul territorio” come ha spiegato Antonio Samaritani, direttore di Agid (Agenzia per l’Italia digitale). Un concetto sottolineato anche da Madia. “Quello che parte oggi – ha concluso il ministro – è un percorso che come tale richiederà aggiustamenti e miglioramenti per far crescere la domanda di digitale tra gli italiani e per aumentare l’offerta di servizi, agganciando anche i servizi non solo della pubblica amministrazione ma anche del settore privato. Un percorso che faremo insieme ma per il quale un bilancio sarà fatto due anni dopo Venaria come promesso lo scorso dicembre”.
Anche l’Inps che partecipa attivamente all’iniziativa porta per così dire in “dote la popolazione dei pin Inps, 18,5 milioni di persone di cui circa 7 hanno acquisito il pin disponibile. Si tratta di un residente su tre al nord e centro e uno su quattro al sud” secondo quanto ha detto il presidente dell’istituto Tito Boeri convinto che lo Spid “taglia un po’ di potere all’interno della Pa rendendola più trasparente e riduce gli oneri per famiglie e imprese”.
Dal canto loro due grandi aziende come Telecom Italia e Poste, tra i gestori accreditati per il rilascio delle identità digitali, saranno protagoniste del cambiamento. “Inizieremo progressivamente con i 53 mila dipendenti di Tim, che saranno la prima città digitale italiana. Ci vorrà qualche mese ma ci riusciremo” ha sostenuto l’a.d. del gruppo Telecom, Marco Patuano. E un potenziale di 4 milioni di clienti di Poste Italiane potrà usufruire dello Spid. “Sono circa 400/500 mila i clienti che usano app di Poste integrate con PosteId, (l’identità digitale che l’azienda offre ai propri clienti per servizi e transazioni) ma 4 milioni di clienti hanno gli elementi per dotarsi dell’identità digitale” ha detto Francesco Caio, a.d. del Gruppo Poste Italiane.

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