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Economia

Camera di Commercio Torino: “I dati 2015 non segnano la svolta, ma si inizia a vedere la luce”

Redazione Quotidiano Piemontese

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Presentati oggi in Camera di commercio i dati sulla natimortalità imprenditoriale in provincia di Torino, la consueta indagine che fa il punto sull’andamento delle aperture e delle chiusure di attività nei diversi settori economici.
“I risultati 2015, pur non indicando ancora una svolta decisiva, mostrano finalmente qualche primo motivo di ottimismo per il futuro, con un calo netto delle chiusure e un lento riavvio delle aperture. Ripartono anche le imprese femminili – ha evidenziato Vincenzo Ilotte, Presidente dell’ente camerale. – Dai dati emerge una criticità sulla quale riteniamo di poter agire: si tratta del tasso di sopravvivenza imprenditoriale torinese, che è pari all’86,6%, ovvero 14 imprese su 100 chiudono ad un solo anno dall’apertura. Questa fragilità imprenditoriale, proprio in fase di avvio, deve essere contrastata con forza: come Camera di commercio offriamo numerosi servizi di formazione e consulenza gratuiti, soprattutto nella fase iniziale di elaborazione del progetto imprenditoriale, per valutarne da subito solidità e prospettive. Inoltre, poiché molte opportunità spesso non sono conosciute, abbiamo appena avviato un progetto di accoglienza per tutti i neoimprenditori iscritti al Registro imprese, finalizzato proprio ad illustrare tutta la gamma dei servizi a loro disposizione”.
Il primo Welcome Day, riservato agli imprenditori iscritti al Registro imprese nel mese di gennaio 2016, è in programma lunedì 14 marzo. (www.to.camcom.it/welcomeday).
Proseguono poi i servizi di accompagnamento per chi ha in programma di aprire un’attività: il primo passo è l’incontro con il Settore Nuove imprese, che ogni anno fornisce consulenza ad oltre 1000 utenti e organizza regolarmente una serie di appuntamenti formativi (calendario su www.to.camcom.it/nuoveimprese/iniziative); in seguito l’aspirante imprenditore può approfondire la propria idea partecipando ad uno degli appuntamenti di NiLab – Laboratorio di elaborazione di idee (www.to.camcom.it/nilab).

Il 2015 torinese si è chiuso con un totale di 225.019 imprese, -2.189 rispetto al 2014, valore simile a quello registrato nel 2004 (225.778 mila imprese).
Nonostante il calo, dopo 3 anni il 2015 ha però registrato un tasso di crescita leggermente positivo (+0,02%), migliore di quello piemontese (-0,11%) ma ancora di gran lunga inferiore a quello italiano (+0,75%). Tradizionalmente il calcolo del tasso di crescita, infatti, non tiene conto delle cancellazioni d’ufficio che l’ente camerale effettua per legge a partire dal 2004: se si considerassero anche queste imprese chiuse “d’ufficio”, il tasso di crescita sarebbe di fatto ancora negativo.
Segnali positivi tuttavia non mancano: il 2015 rispetto al 2014 ha visto diminuire le chiusure (14.264, dato più basso degli ultimi 11 anni), e crescere le aperture (14.308, erano 13.992 nel 2014). Questa aumentata propensione all’attività di impresa può leggersi anche rapportandola all’intera popolazione: nel 2015 è nata 1 impresa ogni 100 abitanti in età lavorativa.
Torino, poi, è al 30° posto per tasso di natalità imprenditoriale tra le province italiane (nel 2014 era al 37° posto). Per oltre il 90%, tuttavia, si tratta di piccole realtà con meno di 5 addetti. Le imprese individuali (il 54% del totale) restano la forma giuridica preferita in fase di nuova iscrizione: ogni 10 nuove imprese, 7 sono individuali.
Tasso di sopravvivenza
Nel 2015 il tasso di sopravvivenza a un anno dall’iscrizione è pari all’86,6% (era di poco inferiore nel 2014, 86,3%). Significa che su 100 imprese, ben 13 cessano l’attività dopo 12 mesi. I settori con un tasso di sopravvivenza inferiore alla media sono costruzioni (82,6%) e commercio (84,9%), che risultano essere anche i comparti più in difficoltà nel corso del 2015. Per contro i settori con il tasso di sopravvivenza più elevato sono stati l’agricoltura (il 93,7%), i trasporti e spedizioni (il 92%) e i servizi alle persone (il 91,2%). A 2 anni dall’iscrizione sopravvivono 3 imprese su 4 (il 75%) e a tre anni 2 imprese su 3.
Andamento per settori
Come già osservato negli anni precedenti, anche nel 2015 gli unici settori a crescere sono il turismo (+0,6%) e soprattutto i servizi alla persona (+2%), mentre sono nuovamente in calo commercio (-1,5%), l’industria manifatturiera (-1,6%), l’agricoltura (-1,7%) e le costruzioni (-2%). Sostanzialmente stabili (+0,1%) i servizi alle imprese, che soli però valgono un quarto del tessuto imprenditoriale torinese.
Servizi alla persona (+2%)
È stato il settore a registrare la miglior performance annuale. Al suo interno, tuttavia, attività molto diverse: il comparto più numeroso – i servizi di parrucchieri e altri servizi estetici, il 39% del totale – ha sostanzialmente tenuto rispetto all’anno 2014, grazie all’andamento positivo degli istituti di bellezza (+1%) e dei servizi di manicure e pedicure (+30%). Continua poi la crescita dei servizi di pompe funebri (+1,7% e il 3,3% del totale della categoria), dei servizi di riparazione (+10,2%) e le lotterie, case da gioco e scommesse (+21,4%). Tra i servizi alla persona compaiono anche in crescita gli studi di tatuaggio e piercing (+23,1%), i servizi di cura degli animali domestici[1] (+15,4%) e le attività di sgombero di cantine, solai e garage (+78%). Nella categoria dei servizi alla persona il 46% delle attività è femminile.
Turismo (+0,6%)
Da 15 anni costantemente in crescita, questo settore è rappresentato per il 50% dai ristoranti e ristorazione mobile, cresciuti in un anno del 2,4%. In calo (-1,1%) i bar, che rappresentano il 44% del totale del settore. Complessivamente in crescita gli alloggi per le vacanze (+9,3%), tra cui affittacamere, b&b, residence (+11%) e aree di campeggio e aree attrezzate per camper (+6,1%). Anche in questo caso è di rilevo la presenza femminile: il 29% delle imprese del settore è gestito da donne.
Servizi alle imprese (+0,1%)
A guidare la seppur lieve crescita del comparto, le attività di supporto per le funzioni d’ufficio (+9,5%), davanti ai servizi di ricerca scientifica (+5,9%) e alle attività di servizi finanziari (+4,3%). Ottima performance anche dei servizi di spedizione, compilazione e gestione indirizzi (+27%) e delle attività di imballaggio e confezionamento (+6,8%).
Tuttavia alcuni comparti hanno evidenziato un trend negativo: le attività immobiliari (-0,4% rispetto al 2014; costituiscono il 34% del totale del settore), le attività di pubblicità e ricerche di mercato (-4,3%), le telecomunicazioni (-4%) e le attività di noleggio e leasing operativo (-3,4%).
Commercio (-1,5%)
A scendere sia il commercio al dettaglio (-1,9%) sia quello all’ingrosso (-1,2%).
Per quanto riguarda il commercio al dettaglio alimentare, in crescita le rivendite di frutta e verdura (+4,2%), le tabaccherie e le rivendite di bevande (entrambe +1,8%). In calo le panetterie (-2,6%) e le pescherie (-6,4%), mentre tengono le macellerie (+0,1%).
Fra il commercio al dettaglio di prodotti non alimentari, continuano a diminuire i punti vendita di articoli di abbigliamento (-1,2%), che rappresentano la categoria più numerosa (il 5% del totale), insieme a quelli di calzature e accessori (-5,2%), di giornali e articoli di cartoleria (-3,9%) e di mobili e articoli per la casa (-1%). Contrariamente agli anni precedenti, i punti vendita di articoli di seconda mano subiscono una flessione del 4,4%.
Le performance migliori sono, invece, realizzate dal commercio al dettaglio per corrispondenza o attraverso internet, che in un anno aumenta del 7%, dagli esercizi di vendita di apparecchiature per le telecomunicazioni e telefonia (+1,8%) e dalle farmacie (+1,5%).
Per quanto concerne il commercio ambulante, cresce del 2,7% quello dedicato a prodotti vari (fiori, piante, bigiotteria, mobili, tappeti, casalinghi, elettrodomestici, giochi, materiale elettrico); in calo invece i banchi di alimentari (-2%) e, come registrato da diversi anni, i banchi di prodotti tessili, abbigliamento e calzature (-4,4%).
Industria (-1,6%)
Nel 2015 le imprese torinesi del comparto manifatturiero sono diminuite di 350 unità rispetto all’anno precedente. La maggior parte dei settori ha evidenziato una variazione negativa.
Fanno eccezione le industrie alimentari (+1,4%, l’8,2% del totale), e al loro interno le imprese che producono dolci: pasticceria fresca (+7,3%, il 5,7% del settore alimentare nel suo complesso), cacao, cioccolato e caramelle (+5,5%, il 3,2%), biscotti (+5,7%, 3,1%), caffè (+11%, 1,7%).
Escludendo l’alimentare, risulta in crescita anche la riparazione, manutenzione e installazione di macchine (+1,5% e il 6,5% del totale), la confezione di articoli di abbigliamento (+0,3% e il 4,9%), la fornitura di energia elettrica, di gas, di vapore (+0,3% e l’1,7%). In crescita anche la categoria “altri mezzi di trasporto” (+2,8% e l’1%), all’interno della quale spiccano le industrie della fabbricazione e montaggio di biciclette, +22% rispetto al 2014 (19% del comparto in esame).
I cali più consistenti sono stati ottenuti invece dalle imprese di apparecchiature elettriche (-5,1%), di computer e prodotti di elettronica (-4,8%) e dei prodotti in metallo (-2,5%).
Agricoltura (-1,7%)
L’agricoltura rappresenta un settore residuale del sistema imprenditoriale torinese, che ha evidenziato negli ultimi anni una diminuzione costante della consistenza. Al suo interno, vi sono comunque delle attività che hanno evidenziato una crescita rispetto al 2014, come la coltivazione di alberi da frutta (+20% e l’1% e del comparto agricolo nel suo complesso), l’apicoltura (+3,6%, l’1,6%) e la coltivazione di ortaggi (+3,2%, il 5,5%).
Costruzioni (-2%)
È il settore edile ad evidenziare nel 2015 la contrazione più elevata (-2%). All’interno del comparto, la costruzione di edifici residenziali e non residenziali, che rappresenta il 24% del totale, ha subito la flessione più consistente (-3,6%), seguita dall’installazione di impianti elettrici (-2,1% e il 12%) e dagli altri lavori di finitura e di completamento degli edifici (-1,2% e il 28%). Tuttavia vi sono alcuni comparti in controtendenza, come particolari lavori di costruzione e installazione di ascensori e scale mobili, i lavori di isolamento termico, acustico e antivibrazioni, che manifestano un aumento del 6,6%.

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