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Piemonte

Cure innovative con nanomateriali: due nuovi successi (al femminile) del Politecnico in Europa

Redazione Quotidiano Piemontese

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Nuovo riconoscimento alla qualità e alla trasversalità della ricerca del Politecnico di Torino: due giovani ricercatrici – le prime due donne premiate con questo riconoscimento in Ateneo – condurranno ricerche altamente innovative premiate dall’ERC (European Research Council) con un riconoscimento istituito nel 2007 dal Consiglio Europeo della Ricerca per supportare progetti d’eccellenza “altamente ambiziosi, pionieristici e non convenzionali”.
È stato infatti annunciato oggi il risultato della selezione per gli ERC Consolidator Grants (riconoscimento che mira a sostenere l’indipendenza del ricercatore e il consolidamento del suo gruppo di ricerca), tra i quali è stata premiata la ricercatrice del Politecnico Chiara Vitale Brovarone, che si aggiudica un finanziamento di circa 2 milioni di euro per il progetto BOOST (Biomimetic trick to re-balance Osteoblast-Osteoclast loop in osteoporoSis treatment: a Topological and materials driven approach); il progetto si propone di sviluppare un nanomateriale composito innovativo, in grado di ‘ingannare’ le cellule ossee in caso di fratture provocate da osteoporosi e spingerle a riattivare il comportamento che hanno le cellule sane, ricreando così condizioni fisiologiche.
Condurrà le sue ricerche al Politecnico anche Valentina Cauda, vincitrice di un ERC Starting Grant (riconoscimento che mira a sostenere i leader emergenti della ricerca europea) da 1 milione e mezzo di euro anch’esso nell’ambito delle scienze dei materiali per la nanomedicina. In questo caso, il progetto TrojaNanoHorse si propone di realizzare una nanoparticella che agisca come una sorta di Cavallo di Troia, conducendo un nanomateriale letale per le cellule tumorali direttamente all’obiettivo, senza effetti tossici sui tessuti sani.

Vi sembrano questioni complicate? Ascoltate come ce le spiegano – con estrema chiarezza – le due ricercatrici!

 

Due progetti di frontiera, quindi, che propongono cure per malattie con una grave incidenza con un approccio altamente innovativo: non farmaci, ma materiali alla scala nanometrica che condizionano il comportamento delle cellule, tendenzialmente senza effetti collaterali. Un passo avanti, quindi, anche rispetto alle più avanzate tecniche della cosiddetta nanomedicina, che oggi si sta concentrando sullo studio di vettori nanometrici di farmaci, però, tradizionali (chemioterapici o biologici). Nei due studi condotti al Politecnico, invece, saranno protagonisti i materiali e quindi si fa essenziale la componente tecnico-ingegneristica (tanto che le coordinatrici dei due progetti sono, appunto, un ingegnere dei materiali e un ingegnere chimico).
Il Rettore Marco Gilli commenta: “I bandi ERC selezionano i migliori ricercatori in Europa ed hanno ormai assunto una rilevanza strategica, che ha generato una crescente competizione, perché la presenza di progetti ERC è un indice riconosciuto della reputazione di un’Istituzione, dell’esistenza di un ambiente favorevole all’attività di ricerca ed è un fattore importante per l’attrazione di capitale umano e di investimenti qualificati. Questi risultati sono per noi motivo di grande soddisfazione, che ci posizionano al livello dei migliori atenei italiani e sono il frutto di un’iniziativa sulla quale abbiamo investito per selezionare, motivare e supportare i migliori ricercatori nella predisposizione dei progetti”.

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