Cronaca
Il chirurgo torinese Sergio Canavero annuncia il trapianto di testa in una scimmia e fa un appello anche a Mark Zuckerberg per avere fondi
Il chirurgo torinese Sergio Canavero che da tempo sta cercando di realizzare un trapianto di testa in pazienti umani ha dichiarato alla rivista New Scientist di essere riuscito, con un’équipe di colleghi della Konkuk University School of Medicine in Corea del Sud, a ri connettere il midollo spinale di un topo e di aver trapiantato la testa di una scimmia sul corpo di un’altro primate. Canavero dichiara “Abbiamo tantissimi dati su cui lavorare. È importante che le persone smettano di pensare che sia impossibile. È assolutamente possibile, e ci stiamo lavorando. Abbiamo dimostrato la validità del protocollo Gemini e alcune riviste scientifiche hanno accettato i nostri articoli in cui spieghiamo il metodo usato”.
Canavero ha anche spiegato che i risultati ottenuti dalla sua équipe saranno pubblicati su riviste scientifiche nei prossimi mesi. I tronconi di tessuto nervoso di un topo sarebbero stati riconnessi usando una soluzione a base di acido glicolico, permettendo all’animale di recuperare la funzione motoria negli arti inferiori e posteriori. Il trapianto di testa di scimmia avvenuto in Cina alla Harbin Medical University, avrebbe permesso di connettere i vasi sanguigni, ma non il midollo, raffreddando la testa a -15 °C, evitando danni cerebrali. L’animale è sopravvissuto per 20 ore al trattamento, ma poi è stato soppresso per evitare “inutili sofferenze”.
Il video del topo operato al midollo
Sergio Canavero sta cercando dei finanziatori per le sue ricerche che ovviamente hanno costi altissimi e ha lanciato un appello a miliardari russi e al fondatore di Facebook Mark Zuckerberg, chiedendo loro di investire fondi per rendere possibile il primo trapianto di testa nella storia del pianeta.
Il giovane russo Valeri Spiridonov, si era candidato a sottoporsi al primo trapianto, ma l’intervento non può essere realizzato in Cina per ragioni “etiche e biologiche”.
Wired spiega le implicazioni scientifiche ed etiche del progetto di Canavero
Tralasciando le enormi implicazioni di carattere etico che comporterebbe, il trapianto di testa, da un punto di vista meramente operativo, è al momento poco probabile. Il punto più delicato, naturalmente, è il collegamento dei tronconi di midollo di donatore e ricevente (per inciso: riuscire a incollare i tronconi sarebbe un traguardo epocale per la scienza, che ridarebbe speranza ai paraplegici di tutto il mondo): “Al momento, la scienza medica”, ci aveva spiegato lo scorso anno Alberto Delitala, presidente della Società italiana di neurochirurgia, “non è in grado di ricollegare con successo due tronconi di midollo, non importa quanto precisamente siano stati tagliati. Sono stati fatti dei tentativi utilizzando innesti di cellule staminali e stimolazione di rigenerazione nervosa tramite growing factor, che hanno dato qualche timido successo negli animali ma nessuno sull’uomo”. E la situazione, a oggi, non sembra essere cambiata.
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Le reazioni della comunità scientifica, naturalmente, non si sono fatte attendere. E sono tutte più o meno dello stesso tenore, soprattutto perché è strano che uno scienziato divulghi dei risultati prima che siano pubblicati ufficialmente: “Quando saranno pubblicati su una rivista peer-reviewed li prenderò in considerazione”, ha detto Arthur Caplan, bioetico alla New York University School of Medicine. “Il resto sono solo ca**ate”.
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