Politica
Una lettera aperta su Torino da Mino Giachino
Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta su Torino di Bartolomeo Giachino, Coordinatore dei Club Forza Silvio per il Piemonte.
Caro Direttore, Scrivo a Lei perché il suo quotidiano, molto più di altri, ha cercatodi vedere in questo anno le cose belle di Torino, di cui noi piemontesi siamo molto orgogliosi, ma anche le cose non belle e soprattutto il reale stato di salute della Città che fu Capitale d’Italia e che ha il grande merito storico di essere stata il principale motore per l’unità politica ed economica del Paese.
Perché Cavour non solo la unì politicamente ma disegnando la rete ferroviaria interna e impostando il primo traforo internazionale, il Fréjus, pose le basi per la sua unione economica.
Questa lunga premessa per dire che se noi oggi facessimo le analisi del sangue alla Città e cercassimo di capire, come fanno le squadre di calcio quando acquistano un nuovo giocatore, le sue potenzialità, noi vedremmo che Torino negli ultimi decenni ha visto diminuire la potenza del proprio motore economico perché le scelte delle Amministrazione di sinistra che hanno puntato sul turismo e sulla cultura come motori che potessero sostituirsi alle fabbriche che chiudevano o che se ne andavano, ci dà una Città che da anni cresce meno della media nazionale, con 200.000 poveri, con il 50% dei giovani disoccupati e per la prima volta con una parte consistente del piccolo commercio e dell’artigianato che non solo non hanno sentito il profumo della ripresa ma hanno visto diminuire il loro fatturato.
Mi si dice che guardo sempre alle cose che non vanno ma a mio parere questo è il compito della “buona politica” , guardare alle potenzialità della Città per capire quali sono le reali prospettive di crescita e di lavoro per le giovani generazioni e per chi oggi è’ escluso dal processo produttivo. Guardare solo le cose che vanno bene va bene per chi sta bene ma compito della “buona politica” è’ quello di dare speranza e futuro alla metà della Città che non sta bene.
In questi giorni ho chiesto a molti esercizi commerciali, bar e ristorante della zona che va da Piazza Savoia a corso Siccardi a via Cernaia a c.Palestro e a via Garibaldi, un confronto tra gli incassi con il 2014 e il 2011.
Tutti incassano meno, molto di meno rispetto al 2011, prima dell’arrivo di Monti, mentre qualcuno ha migliorato gli incassi rispetto al 2014.
Tutto ciò mentre, come Lei sa, quest’anno il Paese ha visto crescere la sua economia dello 0,8% e i consumi crescere dell’1,5%
Il Piemonte nel 2015, come ha detto il Presidente Carbonato, è cresciuto solo dello 0,6% e Torino di meno. La Torino economica continua a perdere i pezzi, quest’anno se ne andrà definitivamente a Milano la Sede direzionale di l’Oreal di via Garibaldi, la Pininfarina è finita in mani indiane, la De Fonseca si trasferisce non all’estero ma a Bologna. L’azienda di Giugiaro è ormai definitivamente tedesca etc.etc.
L’unica realtà nuova venuta a Torino è la sede dell’Authority dei trasporti che però come Lei ricorderà è stata una mia idea e devo sempre ringraziare i sen. Esposito, Malan e Zanoni di essersi impegnati alla grande.
Il turismo sta andando bene ma non abbastanza da coprire i buchi lasciati dalle aziende che se ne sono andate via anche perché manca il turismo internazionale penalizzato da un Aeroporto poco collegato con le Capitali europee.
Per questo motivo non capisco l’ottimismo che il Sindaco Fassino ha espresso ieri nella sua molto pubblicizzata Conferenza Stampa di fine anno.
Come hanno onestamente detto stamane sia il Direttore della Caritas che il sindacalista Bruno Manghi i problemi sociali e dei giovani non sono mai stati così forti.
Fassino ha l’indubbio merito di aver ridotto l’enorme debito lasciato da Chiamparino anche se tra Comune e partecipate abbiamo ancora quasi 7 miliardi di debiti. Debiti che costano interessi e che tolgono fondi che potrebbero essere destinati a rilanciare la Città e ad aumentare l’assistenza sociale.
Fassino però insieme a Chiamparino ha la colpa di presentarsi, a dieci anni dall’inaugurazione della Linea 1 (finanziata da Berlusconi) alla fine del 2015 senza avere il progetto della Linea 2 della Metropolitana, un’opera che diminuendo il traffico urbano diminuirà strutturalmente l’aria inquinata che da anni ha aggravato le condizioni di salute di molti torinesi.
In questi giorni ho ricevuto mail di disoccupati che mi dicono di non riuscire a garantire ai propri figli i pasti fondamentali. Non credo siano gli unici. Mangiare di meno o mangiare le cose che costano di meno influirà sulla struttura di questi ragazzi per sempre. Come si fa a sorridere di fronte a questa situazione?
Non basta andare a servire una sera la cena ai poveri perché per quei poveretti le altre 364 cene dell’anno sono state una tristezza e purtroppo lo saranno ancora. La Torino di Don Bosco e del Cottolengo a Novembre ha visto scendere in piazza il suo Arcivescovo a denunciare la povertà. Quella manifestazione e i numeri della difficoltà sociale oltre alla diminuita potenzialità di crescita economica rappresentano per chi vuole essere onesto nell’analisi, la peggiore bocciatura per la sinistra che amministra Torino ormai da quarant’anni.
Certo so che molti osservatori sono preoccupati dal salto nel buio che rappresenterebbe la vittoria dei Grillini guidati da una giovane, carina, laureata alla Bocconi ma senza alcuna esperienza politica e aziendale.
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