Piemonte
“Anni difficili, ma siamo pronti per la ripresa”. Il bilancio di Fassino nel discorso di fine anno
“Nonostante la complessità degli anni che ci siamo lasciati alle spalle e gli influssi della crisi economica più difficile mai incontrata dal dopoguerra, siamo riusciti a tenere in piedi la città e a conservarne il dinamismo che ci permetterà di cogliere i primi già visibili segni di ripresa”.
Nel consueto discorso di fine anno il sindaco della città metropolitana di Torino, Piero Fassino ha fatto il bilancio dei 4 anni e mezzo di governo. Anni difficili, spiega il primo cittadino, ma che non hanno impedito alla città di reagire. Ricorda Fassino: “Sono stati anni difficili, anni di grave crisi che ha portato lacerazioni profonde anche nel tessuto sociale, indotte da una diffusa precarietà del lavoro che ha colpito larghi strati di popolazione e alla parallela stagnazione economica che ha danneggiato il mondo dell’imprenditoria. A questo si sono aggiunte le politiche pubbliche di spending review che hanno messo in crisi le politiche sociali proprio quando la domanda di aiuto era fortemente in crescita. A questo si è aggiunto l’indebitamento consistente della nostra città e i limiti imposti dal patto di stabilità”.
“Nonostante questo scenario – dice – abbiamo tenuto la città in piedi, c’è stata una reazione positiva. Abbiamo investito sulla rigenerazione urbana, a partire dalle periferie; nel sapere e nell’innovazione, facendo perno sul progetto di città della conoscenza; nella cultura e nel turismo, che oggi ci proiettano tra le mete più frequentate dai turisti; nella proiezione internazionale di Torino, a favore di un’immagine di città aperta e cosmopolita. Abbiamo mantenuto i livelli essenziali dei servizi, nonostante tutto”.
In più gli anni difficili non hanno impedito una ripresa dell’industria: “Siamo stati tra quelli che hanno creduto alla ripresa dell’industria in città – ha ricordato Fassino – e non hanno ceduto allo slogan che diceva ‘la Fiat lascerà la città’ nel 2016 ripartirà la produzione a Mirafiori, che tornerà così ad essere il primo stabilimento industriale italiano”.
“Siamo pronti a cogliere le occasioni che il mutamento economico offre, ha concluso Fassino – . I segnali ci sono; come nel salto in lungo, dopo la rincorsa ora siamo pronti per il balzo in avanti”.
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