Cronaca
Arrestata la banda che rubava nelle case in cui aveva lavorato
I carabinieri di Cuorgnè, dopo mesi di indagini, hanno eseguito questa mattina un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal GIP del Tribunale di Ivrea, nei confronti di Roland Kola, Matteo Cedola e Enrico Gata, responsabili di furti in abitazione.
Ogni furto era preceduto da un accurato sopralluogo sull’obiettivo, le cui informazioni venivano apprese direttamente, per via di lavori edili personalmente svolti dai componenti della banda, o indirettamente, da persone a loro collegate. L’ingresso nelle case da svaligiare avveniva, quasi sempre di notte, mediante l’eliminazione dei pannelli delle porte o dei vetri delle finestre. I ladri andavano alla ricerca di eventuali casseforti da smurare e utilizzavano sempre i guanti, per non lasciare impronte digitali.
L’attività d’indagine condotta dai militari, sotto la direzione della Procura di Ivrea, è iniziata nel maggio 2015 e si è conclusa nel novembre scorso con l’accertamento dell’esistenza della banda criminale specializzata in furti in abitazione a Cuorgnè e Alto Canavese.
Nello specifico, i militari hanno individuato i tre componenti della banda come gli autori di almeno due furti in abitazione, avvenuti il 22 e il 24 maggio scorsi a Cuorgnè, frazione Salto. In entrambi i casi erano stati rubati numerosi orologi, monili in oro, bigiotteria, telefoni cellulari di marca, il tutto per un valore complessivo di circa 10.000 euro. La refurtiva è stata venduta ai compro oro della zona. Dalle attività tecniche è emerso che gli indagati, temendo di essere intercettati al telefono, utilizzavano un linguaggio criptato numerico e schede telefoniche intestate a persone inesistenti o comunque a soggetti non a loro riconducibili.
La banda è accusata di due furti, ma si ritiene che possa aver commesso almeno 20 furti, due colpi alla settimana, intervallati da numerosi sopralluoghi, realizzati con lo stesso modus operandi e compiuti ai danni di altre abitazioni di Cuorgnè e dell’alto Canavese.
Il video della perquisizione con le unità cinofile
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