Ambiente
Torino in una cappa smog: sforati da giorni di molto i livelli del PM10 e non si pensa ancora a limitare il traffico
L’aria di Torino è sempre più irrespirabile e la situazione sta peggiorando dato che non piove da più di un mese per la precisione dal 29 ottobre. I rilevatori dell’Arpa e del Comune e della città metropolitana rappresentano una situazione con concentrazione molto alta di Pm10 superiore ai 100 microgrammi per metro cubo. Sono più di 60 giorni che torino sfora dai valori massimi di PM10, la legge ne prevede un massimo di 35. Il Comune sta continuando a non voler neppure parlare di blocchi al traffico o di domeniche ecologiche. Siamo vicini alle elezioni e si ha paura di fare sgarbi a lobby potenti.
Ma nel frattempo i torinesi sono in una specie di camera a gas, tanto che i medici consigliano a chi va in bici di munirsi di una mascherina per filtrare gli inquinanti atmosferici.
Il punto della situazione di Eco dalle città
Tutte le grandi città italiane stanno vivendo giorni critici per l’impennata dello smog. I valori del PM10 registrati dalle centraline danno medie vicine al doppio di quanto consentito, soprattutto a Milano e Torino, dove spesso si supera la media dei 100 µg/m³. Naturalmente aumentano anche i giorni complessivi dell’anno (non dovrebbero essere più di 35) con i limiti superati: sono 60 giorni a Torino e 77 a Milano.
La situazione di Torino e Milano è peggiorata a anche dalle anomale condizioni meteo di questo autunno. Non piove da settimane e l’assenza di precipitazioni – che abbattono gli inquinanti – peggiora molto lo smog in città.
A Roma e Napoli le medie degli ultimi giorni non sono alte come a Milano e Torino, ma superano quasi ovunque i 50 µg/m³. I dati delle centraline romane di giovedì 3 dicembre sono quasi tutti superiori ai 50 µg/m³, ma si fermano ai 60 µg/m³. Anche a Napoli i dati di giovedì 3 registrano Pm10 oltre i 50 microgrammi in 4 centraline su 5: dai 52 µg/m³ di Museo Nazionale ai ben 124 µg/m³ di via Argine; la media delle 5 centraline attive è stata di 74 µg/m³, quindi complessivamente più alta di Roma.
A Napoli giovedì 3 dicembre si è avuto il blocco totale della circolazione per macchine e motocicli per cinque ore, dalle 15 alle ore 20, ma la situazione non è migliorata. Roma affronta venerdì 4 una giornata particolarmente critica per il traffico, e quindi anche per lo smog: 4 ore di sciopero dei mezzi pubblici in mattinata e giornata di circolazione a targhe alterne (venerdì circolano solo le dispari). Milano e Torino non stanno adottando provvedimenti immediati, né si ha notizia di domeniche ecologiche in vista.
Arpa ha calcolato i morti per smog in Piemonte
Arpa Piemonte, con il Dipartimento di Epidemiologia e Salute Ambientale, ha preso parte al progetto VIIAS (http://www.viias.it), concluso e presentato al Ministero della Salute nel 2014 che ha fornito i risultati delle stime di impatto per alcuni inquinanti a livello nazionale, di macro regione per singole regioni e province, in termini di decessi attribuibili e di anni di vita persi.
Si tratta di impatti legati ad esposizioni a lungo termine (cioè legate a esposizioni prolungate nel tempo, con durata pluriennale e ricadute negli anni successivi all’esposizione); per l’Italia sono stati calcolati gli impatti per 3 anni: 2005, 2010, 2020, (scenario previsionale, ipotizzando una riduzione generalizzata delle concentrazioni del 10%).
In sintesi, secondo il progetto VIIAS, l’inquinamento atmosferico è responsabile ogni anno in Italia di circa 30mila decessi solo per il particolato fine (PM 2.5), pari al 7% di tutte le morti (esclusi gli incidenti). In termini di mesi di vita persi, questo significa che l’inquinamento accorcia mediamente la vita di ciascun italiano di 10 mesi; 14 per chi vive al Nord, 6,6 per gli abitanti del Centro e 5,7 al Sud e isole.
Nel dettaglio le stime nazionali di VIIAS (cioè per tutta l’Italia), rispetto un valore di riferimento per il PM 2.5 di 10 microgrammi/m3, sono le seguenti:
– 34.552 morti/anno per il PM2.5 (anno 2005)
– 2.230 morti/anno per l’O3 (anno 2005)
– 23.387 morti/anno per l’NO2 (anno 2005)I dati per il 2010 sono decisamente migliori e gli scenari previsionali per il 2020 indicano una ulteriore riduzione dell’impatto anche nello scenario evolutivo meno favorevole:
– 28.595 morti/anno per il PM2.5 (anno 2020)
– 1.927 morti/anno per l’O3 (anno 2020)
– 10.117 morti/anno per l’NO2 (anno 2020)
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