Cittadini
Giornata mondiale per la lotta all’Aids, i dati in Piemonte: massima incidenza per gli uomini tra 45 e i 54 anni
Domani, 1 dicembre, è la Giornata Mondiale per la lotta all’Aids e in questa occasione viene pubblicato il rapporto SeReMi, servizio di riferimento regionale di epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle malattie infettive: sono 281 le persone che, nel 2014, in Piemonte hanno contratto l’HIV, un tasso di incidenza di 6,3 casi ogni 100.000 abitanti.
Si stima che le persone che vivono con l’HIV nella nostra regione siano 2 su mille , pari a circa 8.400.
Il loro numero è cresciuto nell’ultimo decennio. La frequenza di HIV risulta 3 volte maggiore tra gli uomini (0,3%) rispetto alle donne (0,1%) e in alcune classi di età è particolarmente alta: tra gli uomini piemontesi dai 45 ai 54 anni raggiunge lo 0,8% circa.
L’HIV si trasmette in più di 9 casi su 10 attraverso i rapporti sessuali non protetti. Negli ultimi 15 anni si osserva una crescita delle diagnosi attribuibili ai rapporti omosessuali non protetti tra gli uomini, pari in media a 6 casi in più ogni anno. Un andamento stabile si osserva invece per quanto riguarda le diagnosi riferibili ai rapporti eterosessuali non protetti.
Le nuove diagnosi di HIV si osservano con frequenza maggiore tra gli uomini (75% del totale) e tra i giovani. Il tasso di incidenza più elevato (16,3 casi per 100.000) si registra tra i piemontesi di età compresa tra i 25 e i 34 anni. Nei giovani di questa età che hanno contratto l’infezione tramite i rapporti omosessuali non protetti si rileva negli anni il maggior incremento di casi.
I casi di nuova diagnosi di HIV negli stranieri rappresentano il 27% del totale. L’andamento dei tassi di incidenza in questa parte della popolazione presenta un trend in calo la cui riduzione è in media di 9 casi l’anno.
E’ ancora alto il numero di persone che arrivano tardi alla diagnosi, quando il loro sistema immunitario è già compromesso o addirittura quando si è già sviluppata la malattia (AIDS).
Nel 2014 una diagnosi tardiva riguarda il 32% dei casi totali, valore che non si discosta in modo significativo da quanto registrato negli ultimi cinque anni. La quota di diagnosi tardiva è più alta tra chi ha contratto l’HIV tramite i rapporti eterosessuali (39%) rispetto ai rapporti omosessuali (25%).
L’HIV è un’infezione prevenibile attraverso l’adozione di comportamenti efficaci nel limitare la sua diffusione; la sua trasmissione è evitabile.
Per questo la Regione conferma il proprio impegno nell’assicurare le azioni essenziali per un’efficace lotta all’HIV:
– sensibilizzare la popolazione generale sull’importanza della salute sessuale e del suo valore in termini di benessere e qualità di vita, presupposto affinché le persone siano in grado di proteggersi in modo efficace e riescano a riconoscere una loro possibile esposizione all’HIV;
– attuare interventi di prevenzione primaria e secondaria mirati ai gruppi bersaglio a maggior rischio, individuando contesti, fattori e metodi di intervento specifici in grado di ottimizzare l’efficacia delle attività;
– garantire un trattamento tempestivo , corretto e completo in modo omogeneo e accessibile su tutto il territorio regionale per il raggiungimento dell’obiettivo terapeutico di una carica virale sotto la soglia misurabile nei pazienti HIV positivi in trattamento.
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