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Roberto Vecchioni al Teatro Colosseo di torino un grande concerto tra racconti, canzoni, riflessioni e malinconia
Una serata di grandi e vere emozioni con Roberto Vecchioni, al Teatro Colosseo. Roberto, tra racconti, canzoni, riflessioni e momenti di vera malinconia, porta tutti lungo i quarant’anni della sua interminabile carriera, ricca di successi ed in qualche modo legata alla storia del nostro paese. Accompagnato sul palco dalla sua storica band, Massimo Germini alla chitarra, Marco Mangelli al basso e Roberto Gualdi alla batteria e dal maestro Lucio Fabbri a “tutto il resto” come ha detto lui presentandolo. Una grande occasione per ripercorrere la sua carriera, dai recenti successi, alle ormai storiche, canzoni, che hanno segnato quattro decenni della musica cantautorale italiana.
Da “Sogna ragazzo sogna”, “Milady”, “Stranamore”,“Voglio una donna” a “Chiamami ancora amore“. Ma è il bis che veramente ci riporta indietro agli anni settanta, alla nostra giovinezza, con l’esecuzione di una intensa “Luci a San Siro” ed il gran finale con l’intramontabile “Samarcanda”, cantata e ritmata da tutto il pubblico, sull’ormai famosissimo ritornello di violino del grande Lucio Fabbri.
Settantadue anni, se li sente tutti Roberto, anche dai suoi discorsi, malinconici, dedicati alle nipotine, alle ingiustizie del tempo moderno, alle nuove forme di comunicazione. Sfiora la politica, per evitare problemi, dice lui, urla il suo sostegno a Valentino: “Io sto con Valentino” dice ad alta voce e parla della sua esperienza di padre e di nonno di due nipoti con due mamme. Qualcosa di più delle musica e delle canzoni, un grande contatto umano, quasi come ritrovare un vecchio amico, che non sentivamo da molto tempo e che aveva il bisogno di raccontarci quello che gli è successo nel frattempo. Una serata di bilanci e riflessioni, senza dubbio.
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