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Cultura

Ferrini al Gobetti con L’Avaro, si torna a ridere con i classici

Gabriele Farina

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Jurij Ferrini apre la stagione del Teatro Stabile con una versione decisamente classica de L’Avaro di Moliere. E se l’obiettivo – come ha dichiarato Ferrini – è di tornare a far

ridere con i classici, è innegabile che sia pienamente centrato.

Ferrini è mattatore, con la sua poltrona prende il centro della scena anche in maniera fisica e non lo molla più fino alla fine della rappresentazione. Intorno a lui ruotano un bel gruppo di giovani attori, che si muovono a ritmo intorno al fulcro e danno vita ad una commedia classica e a tratti molto divertente.

Spiccano Sara Drago e Raffaele Musella, ma anche Angelo Tronca riesce a ritagliarsi una fetta importante dello spettacolo con la sua istrionicità.
Discorso a parte per Daniele Marmi (per il quale ho un debole), che rimane sul palco non più di un quarto d’ora eppure riesce a lasciare il segno con alcune trovate che non possono non strappare una risata.

Imponenti e significative le scene di Nicolas Bovey. Come pure funzionano gli intermezzi con gli incubi di Arpagone, unica concessione moderna al tema classico originario.

In scena al Gobetti fino al 18 ottobre e poi dal 27 ottobre all’8 novembre.

Foto di Andrea Guermani

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