Economia
Per Api Torino la crisi non è passata: diminuiranno ancora produzione, fatturato e investimenti
Le previsioni per il secondo semestre 2015 dell’Ufficio Studi di Api Torino, che misura numeri e sentiment di piccole e medie imprese, prevede infatti una diminuzione di produzione, fatturato e investimenti. E’ questa la sintesi dei risultati della consueta indagine congiunturale condotta dall’Ufficio Studi di API Torino. “Siamo in apnea di fronte alle incertezze congiunturali e anche se i risultati consuntivi dei primi sei mesi del 2015 ci hanno mostrato un miglioramento della situazione”, dice Corrado Alberto, Presidente dell’Associazione, che aggiunge: “Chiedo alle Istituzioni di non cedere alla tentazione di dire che la crisi è passata e le difficoltà sono state superate. Se l’Italia, e il Piemonte in particolare, si muovono, ciò è dovuto soprattutto alla capacità degli imprenditori di tenere duro rispetto a difficoltà enormi che solo in questi ultimi mesi hanno iniziato a diminuire di intensità.
Certamente alcune misure del Governo hanno avuto una positiva influenza, ma la strada verso la sburocratizzazione, la migliore e più efficace attenzione del sistema del credito, l’efficiente accompagnamento delle imprese sui mercati esteri e nell’uso delle nuove tecnologie, il miglioramento dei tempi di pagamento, devono ancora essere messe in pratica in maniera utile al sistema della produzione. L’attenzione all’impresa manifatturiera deve essere più forte ed efficace”.
Il Presidente di API, inoltre, sottolinea che “dai dati che abbiamo elaborato, si desume l’accresciuta vulnerabilità del nostro sistema economico a livello locale: a distanza di quasi sette anni, ancora oggi non sembra essere stato trovato un nuovo equilibrio”.
Con riferimento al secondo semestre 2015 tra gli imprenditori torinesi prevale un “cauto” ottimismo, ma solo il 15,8% degli imprenditori si dice più ottimista rispetto a sei mesi fa; il 21,9% si dichiara più pessimista. “Dopo una prima parte dell’anno di recupero – spiega il responsabile dell’Uffocio Studi, Fabio Schena -, per i prossimi mesi le PMI torinesi prevedono una fase economica in leggero rallentamento, che si auspica possa essere di assestamento”.
I mercati esteri, in particolare quello europeo, si confermano da traino per la nostra economia. “Anche le aspettative per i prossimi mesi sono positive – dice Schena -, quasi un imprenditore su tre (31-32%) prevede di incrementare i propri livelli di fatturato sui mercati esteri. Con riferimento alla domanda interna, nonostante i dati nazionali ne evidenzino una ripresa, tra le PMI torinesi che operano solo sul mercato domestico (pari al 57% del campione), prevalgono attese negative”.
I saldi dei principali indicatori economici dicono che le imprese prevedono una diminuzione della produzione e del fatturato ma un aumento degli ordini. Con i primi decreti attuativi della riforma del lavoro e gli incentivi alle nuove assunzioni, l’andamento dei livelli occupazionali nei primi mesi del 2015 è stato decisamente vivace; ma dopo questa scossa, nei prossimi mesi è atteso un rallentamento e maggiore stabilità.
L’utilizzo degli ammortizzatori sociali è in una fase di generale rallentamento, con riferimento all’area torinese per i prossimi mesi la percentuale di imprese che prevede di farne ricorso rimane pressoché stabile attorno al 20%. Diminuiscono però le intenzioni di nuovi investimenti: rispetto a sei mesi fa la percentuale di imprese scende di quasi 5 punti (dal 31,5% al 26,7%). Il 73,3% degli imprenditori dichiara che non investirà e il 29% di questi perché ritiene ancora elevato il grado di incertezza dei mercati.
“I principali indicatori congiunturali, raccolta degli ordini, fatturato e livelli di produzione, risultano – dice Schena -, in miglioramento rispetto all’ultima rilevazione di sei mesi fa, quando le piccole e medie imprese dell’area torinese chiudevano il 2014 con una nuova battuta d’arresto”. Crescono gli ordini per le imprese esportatrici e migliora la composizione degli ordini. Si osserva – rispetto alle due rilevazioni del 2014 – un incremento degli ordini superiori a 3 mesi (dal 17,7% al 23,2), che potrebbe auspicabilmente offrire maggiore stabilità nei prossimi mesi. +
Con riferimento al settore manifatturiero, i livelli di produzione industriale risultano in sensibile aumento: il 45,8% delle imprese manifatturiere dichiara di aver incrementato la produzione. Per il 24,1% è, invece, diminuita. Il saldo è positivo, pari a +21,7% (contro il precedente -7,4%) In lieve miglioramento la capacità di saturazione degli impianti, che giunge al 70,8%, con la previsione di un ulteriore incremento (al 71,6%) per il prossimo semestre.
Ma il 58,9% delle imprese ha crediti scaduti da oltre 60 giorni, con un ritardo medio di 184 giorni (circa 6 mesi). Il dato è in peggioramento rispetto ai 171 giorni osservati nella precedente rilevazione. In calo la quota di PMI che si è rivolta al sistema bancario per l’ottenimento di credito (dal 50,6% di dicembre 2014 al 38,5% di giugno 2015). Permane incertezza e i segnali di ripresa nell’area torinese sono ancora fragili per produrre effetti sul mercato del credito
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