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Ambiente

Troppi incendi di rifiuti nei dintorni di Torino: rischiamo una Terra dei fuochi in versione nord-ovest ?

Redazione Quotidiano Piemontese

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Negli ultimi mesi si stanno susseguendo una serie anomala di incendi in aree dove sono immagazzinati rifiuti di vario tipo. TG Maddalena parla addirittura di una vera Terra dei fuochi in versione nord-ovest, è una esagerazione o è un fenomeno molto allarmante che occorre che magistratura e politicaaffrontino con massima attenzione ?

E’ di ieri pomeriggio, 20 luglio, l’ultimo anomalo incendio presso il deposito del consorzio per i rifiuti COVAR 14 di Carignano (TO), la colonna di fumo era visibile anche da lontano, come in questa foto postata su facebook da uno dei tanti testimoni dell’ennesimo anomalo “rogo” nel quale sembra sia andato distrutto un centinaio di bidoni vuoti, accatastati nel piazzale in attesa di manutenzione (pulizia?). Come nei casi precedenti, i vigili del fuoco sono intervenuti rapidamente e sul posto è giunta anche l’ARPA per monitorare i dati ambientali. La qual cosa dovrebbe farci sentire meglio, almeno in parte, perché in questi giorni sono vive le proteste per l’inceneritore del Gerbido dopo la diffusione dei dati dello studio sugli effetti sulla salute degli abitanti dell’area dell’inceneritore di Vercelli, impianto chiuso nel 2014.

Negli ultimi mesi nella provincia di Torino si sono registrati alcuni incendi anomali che hanno colpito aziende che smaltiscono rifiuti, rivediamoli:

  • 18 marzo 2015 – incendio alla ditta TRANSISTOR srl di Torino, della galassia di Libera, ( Gruppo Sociale Abele Lavoro – Coop.Arcobaleno) che si occupa di smaltimento di rifiuti elettronici . In quell’occasione, mentre l’assessore all’ambiente del Comune di Torino, Lavolta, si affrettava a rassicurare la stampa sul fatto che non vi fossero rischi per la salute, proprio l’ARPA rilevava “la presenza di microinquinanti organici nell’aria, di diossine e policlorobifenili, entrambi dei composti organici e agenti cancerogeni riconosciuti.”. Un incendio sul quale non si trovano altre notizie, ma è importante osservare che andarono a fuoco non soltanto materie plastiche, quanto materiale elettrico ed elettronico che richiederebbe  “specifiche pratiche di smaltimento”. Tramite la Cooperativa Arcobaleno, dal 1992 ad oggi la presenza attiva di Libera nel settore rifiuti è in forte crescita, in termini quantitativi e qualitativi, coprendo anche attività come lo smaltimento dell’amianto, con la SOEKO, che gestisce la differenziata nel chivassese e nel basso canavese.
  • 12 aprile 2015 – incendio – apparentemente doloso – alla FARID INDUSTRIE spa di Vinovo (TO) . L’azienda costruisce macchinari per il trattamento di rifiuti industriali.
  • 24 aprile 2015 – incendio alla ex PUBLIREC (ora AMIAT) zona Savonera, Collegno (TO). Riporta Repubblica: “Lo stabilmento, che prima si chiamava “Publirec” ed era specializzato nel trattamento di materie plastiche, ora accoglie rifiuti di ogni tipo che vengono separati.” L’incendio ha impegnato 11 squadre dei vigili del fuoco, quasi il numero di squadre impegnate a domare le fiamme che hanno colpito la stessa azienda nel 2009. Casualità?

  • 4 giugno 2015 – incendio alla CMT di La Loggia (TO), sempre nell’ambito dello smaltimento di rifiuti (plastica, e carta) e anche questa volta, come nelle altre occasioni, l’ARPA rileva l’assenza di inquinanti pericolosi per la salute. Da questo documento di affidamento pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel 2007 si evince che la CMT, per un valore di 519.572 euro/anno (x quattro anni), si occupa del recupero dei rifiuti ingombranti, rifiuti dei mercati, imballaggi misti, pneumatici, plastica, per il  COVAR 14.
  • 13/14 luglio 2015 – incendio nel deposito della ROSSO srl di Fossano (altra provincia, ma sempre settore rifiuti) ; ” Nel magazzino si trovavano vernici, solventi, rifiuti speciali, sia di tipo giudicato pericoloso che di tipo non pericoloso. Era tutto materiale destinato allo smaltimento.” Anche questa volta secondo l’ARPA “I risultati non hanno riscontrato livelli di allarme.”. E’ tutto a posto, insomma. Solo un po’ di fumo.
  • 13 luglio 2015 – incendio a Settimo Torinese (TO) in deposito di materiale plastico, materiale utilizzato per il  teleriscaldamento. Le notizie non sono complete, ma si suppone si tratti del centro di raccolta di SETA SPA.  ( coincidenza, forse, SETA SPA è tra i clienti della Cooperativa Arcobaleno, azienda Transistor, incendio del 18 marzo). SETA SPA, come riportato nel bilancio 2014, ha ottenuto nel corso dell’anno il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale per la discarica “CHIVASSO 0? (dove erano finite le 26 mila tonnellate di rifiuti da Malagrotta) , con una validità di sei anni, in virtù del fatto che l’azienda si è dotata di un “Sistema di Gestione Ambientale certificato secondo la norma UNI EN ISO 14001?. Probabilmente il sistema è migliorabile, considerando quanto successo a Settimo…
    Qui un articolo di ottobre 2014 sulla situazione discariche Chivasso-Montanaro, viene citato anche il debito di SETA SPA che, secondo quanto affermato dal vicesindaco di Chivasso Massimo Corcione, sarebbe arrivato a quota 34 milioni, «Ci troviamo con 6 milioni di debiti di Chind, 34 milioni di Seta e con eventuali maggiori costi nel caso i nostri rifiuti venissero conferiti all’inceneritore».Da notare che l’articolo è di ottobre 2014, ma dalla relazione di bilancio 2014 di SETA SPA (pag.5) si evince che nel 2014 su un totale di circa 41.000 tonnellate di rifiuti trattati, 28.000 sono quelle finite nella discarica e più di 13.000 quelle conferite a TRM (inceneritore del Gerbido), con relativi costi (oggi privatizzato).

Intanto si segnalano incendi di rifiuti tossici nel pinerolese, “Recentemente sono stati accertati casi di incendi dolosi e illegali di rifiuti in un’azienda agricola di Cavour e in una di Piossasco, i cui titolari incenerivano il nylon dell’imballaggio delle rotoballe dei cereali insieme ad altri rifiuti, quali farmaci veterinari scaduti o addirittura filtri dell’aria e dell’olio dei trattori. I rifiuti incendiati emettevano fumi molto dannosi e fastidiosi e polveri inquinanti che ricadevano sulle vicine colture.”

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