Economia
Ghiachino scrive a Renzi: Torino non è quella che ti ha descritto Fassino
Bartolomeo Giachino, responsabile nazionale trasporti e logistica di Forza Italia membro del comitato di Presidenza di Forza Italia ha scritto una lettera aperta a Matteo Renzi dopo le parole che il premier ha espresso verso Piero Fassino. La lettera aperta di Giachino a Renzi:
Caro Presidente, un uomo di Governo è anche la sua squadra di collaboratori.
Se i Tuoi collaboratori Ti avessero messo sul tavolo dell’aereo presidenziale che Ti ha portato stamane a Torino la relazione dell’Arcivescovo Nosiglia o quella del Direttore della Caritas o l’intervento di Papà Francesco in Piazzetta Reale domenica mattina, non avresti fatto un intervento così entusiasta su Torino che ha capito prima di altri il cambiamento.
Se la sinistra che governa Torino e provincia da 22 anni avesse compreso prima e meglio il cambiamento, oggi Torino non sarebbe la prima Città per cassa integrazione e la prima tra le grandi Città del Nord per disoccupazione giovanile. Oggi la UIL ha detto che la CIG a Torino è diminuita del 13,4 ma in Italia è diminuita del 34,4%.
La disoccupazione è aumentata di oltre il 200% e la fascia di popolazione che non riesce ad arrivare a fine mese riempirebbe i due stadi di Torino è quello di Milano proprio perché la sinistra torinese, che ha cambiato i punti di riferimento, non ha puntato sulla innovazione della manifattura ma ha creduto che la sola trasformazione in polo culturale di primo piano in Italia fosse sufficiente e non ha sfruttato gli ingenti finanziamenti infrastrutturali del Governo Berlusconi.
Fassino ovviamente non Ti ha riferito la frase dell’Arcivescovo secondo la quale a Torino vi è una metà della Città che sta bene che non si accorge che l’altra metà della Città sta male, anzi sta molto peggio di dieci anni fa.
Caro Presidente se non cambia la politica della Città, come ha detto lo studio predisposto da 4 Istituti di ricerca per le Fondazioni Bancarie al 2025, Torino rischia il declino, dolce per chi sta bene ma molto amaro per chi oggi è escluso. Ecco perché la Città deve cambiare verso, come dici Tu, e noi proveremo a farglielo cambiare per i giovani che non trovano lavoro, per i disoccupati, per i precari e per i tanti esercizi commerciali e artigianali che in questi anni hanno visto diminuire il loro giro d’affari del 50% e che Tu, con le Tue sbrigative parole d’entusiasmo, stamane hai profondamente deluso.
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