Cronaca
Motivazioni della condanna ai #NoTav: violenza non giustificata
I giudici del processo ai No Tav hanno reso note le motivazioni con cui a gennaio sono stati condannati a 140 anni complessivi di carcere 47 attivisti No Tav che presero parte agli scontri al cantiere di Chiomonte il 27 giugno 2011. Per i giudici essere contrari ad un progetto non giustifica l’uso della violenza, uso che è invece giustificato da parte delle forze dell’ordine con l’obiettivo di riportare la calma. Si legge nella sentenza che “è provato con assoluta certezza che con il lancio di sassi, estintori, travi e altri oggetti contundenti i manifestanti si opposero violentemente alla legittima azione del personale di polizia”. “Le forze dell’ordine avevano il potere-dovere di usare la forza, ivi compreso l’utilizzo dei lacrimogeni, allo scopo di dare coattiva esecuzione all’ordinanza prefettizia che disponeva l’occupazione dell’area”. Interessanti le conclusioni dei giudici, secondo i quali “in nessun caso la lotta politica, per quanto nobili siano i suoi fini, può essere condotta attraverso il sacrificio della vita o dell’incolumità individuale altrui”.
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