Ambiente
Torino favorevole ad una politica per la mobilità che salvaguardi le aree urbane
Torino firma un accordo per la nuova mobilità in cui impegna puntare a un limite a 30 chilometri orari in città. Un piano nazionale per la mobilità urbana del Governo che metta al centro un programma di medie e piccole opere diffuse in favore di pedoni, ciclisti e trasporto pubblico, l’impegno a riprendere presto l’iter di approvazione della riforma del Codice della Strada all’esame del Parlamento, la nascita dell’Associazione per la mobilità nuova che unisca le energie della Rete mobilità nuova e dei Comuni: sono i tre più importanti risultati con cui si sono chiusi gli Stati Generali della Mobilità Nuova di Bologna, dopo tre giorni di discussione che hanno coinvolto oltre 500 fra cittadini, tecnici, associazioni, imprese, amministratori locali e nazionali. Il Comune di Torino si è reso favorevole a Torino un limite di velocità di 30 chilometri orari in città.
Le tre città hanno sottoscritto una carta d’impegni che sarà seguita da una serie di proposte, al Governo e agli enti locali, per introdurre una serie di azioni che possano da subito diminuire il traffico in città e rendere più efficienti gli spostamenti su scala urbana, locale e pendolare.
Le priorità segnalate dai cinque tavoli di lavoro (città, spazio pubblico, sicurezza, infanzia e turismo) confluiranno presto nella “Carta di Bologna per la Mobilità Nuova”, un documento programmatico per reindirizzare le politiche nazionali, regionali e locali in materia, che sarà presentato al più presto al Ministro per le infrastrutture e trasporti Graziano Delrio e al Governo.
Questi i primi contenuti: fissare a livello nazionale target di mobilità che obblighino i Comuni a portare sotto il 50% la quota di spostamenti individuali in auto all’interno del proprio territorio; cambiare il Codice della strada introducendo il limite dei 30 km orari nei centri urbani; vincolare alla realizzazione di opere per il trasporto pubblico locale, pendolare e non motorizzato almeno il 50% della spesa nazionale e regionale destinata alle infrastrutture per la mobilità; prevedere incentivi di natura fiscale per le aziende che promuovono l’utilizzo dei mezzi pubblici o della bicicletta per gli spostamenti casa lavoro; adottare il sistema ISA (Intelligent Speed Adaption) come standard di sicurezza per il controllo e la limitazione della velocità delle automobili.
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