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Gli Spandau Ballet al Pala Alpitour di Torino – Fotogallery

Redazione Quotidiano Piemontese

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spandauballet1Non è facile tornare a calcare le scene e farlo in modo credibile, specie se sei stato trent’anni prima l’antesignano degli attuali pop idol. Il rischio è che il risultato sia pacchiano e magari pure un po’ patetico. Ecco, in questo gli Spandau Ballet sono stati bravissimi. Al di là di qualche inevitabile segno del tempo, tutto il resto è rimasto immutato, anzi forse migliorato per esperienza e consapevolezza. E’ stata una serata di musica vera, dove l’energia si è unita alla grande semplicità e simpatia della band, in uno show con e per il proprio pubblico.

Erano cinque anni che gli Spandau non tornavano in Italia per un tour, dai tempi della loro storica reunion. Tony Hadley, Gary Kemp, Martin Kemp, Steve Norman e John Keeble hanno mostrato una forma e una voglia di stare sul palco ancora invidiabile.

Un pubblico attempato, qualche figlia che questa volta accompagnava la mamma e non viceversa, che non ha mancato di testimoniare un affetto e una voglia di vedere la band come ai tempi del loro grande successo. Sono infatti bastati cinque brani e poi le fan più accanite, hanno abbandonato le sedie per correre sotto il palco, vicini alla band, Una scaletta ricca dei loro successi, classici evergreen, che hanno fatto cantare e ballare davvero tutti e distribuiti abilmente lungo tutto il concerto da “Only When You Leave” per arrivare a “I’ll Fly For You”, “ True” e chiudere con “Through The Barricades” e l’immancabile “Gold”.

Ma non è stata la fredda esecuzione di un Greatest Hits, piuttosto uno show che ha attraversato la loro lunga carriera e reso omaggio ai loro esordi, testimoniata dal bellissimo medley centrale con brani dal primo album “Journeys To Glory”, con”Mandolin/Confused/The Freeze/To Cut A Long Story Short”, suonate mentre sullo schermo campeggiava la scritta “BLITZ”, il nome del locale londinese dei loro esordi, senza dimenticare l’omaggio a Steve Stange, eroe della scena New Romantic, scomparso di recente. Un modo per soddisfare anche i fan storici, legati alla storia musicale della band oltre che ai loro grandi successi planetari.

Non è mancato nemmeno il momento in mezzo al pubblico con Tony Hadley e Gary Kemp che scendono dal palco e raggiungono la zona mixer, al fondo del palazzetto, per una bella versione acustica di “Empty Spaces”. E’ stato il momento della mani e del contatto diretto con la band per un siparietto piacevole e buffo a voler rimarcare la semplicità e la voglia della band del contatto con il pubblico.

Un grande tris prima del finale con “Communication”,”Lifeline” e “True”, per ballare come in discoteca negli anni 80, per poi arrivare alla chiusura, con il loro più grande successo, “Through The Barricades”, anticipata da un video sui loro esordi, con gli Spandau giovanissimi.
Si finisce ballando con “Fight For Ourselves” e l’immancabile “Gold”, che chiude una meravigliosa serata, tra sorrisi, applausi e la bandiera italiana sventolata sul palco. Ragazzi invecchiati bene, domani replicano a Firenze, se volete tornare in pieni Eighties, non perdeteveli.

Si ringrazia per il supporto Eventiduemila, foto e report della serata Paolo Pavan/QP

Tracklist:

Soul Boy
Highly Strung
Only When You Leave
How Many Lies
Round And ROund
This Is The Love
Steal
Chant No. 1
Reformation
Mandolin
Confused
The Freeze
To Cut A Long Story Short
Raw
Glow
Empty Spaces
Once More
I’ll Fly For You
Instinction
Communication
Lifeline
True
—-
Through The Barricades
Fight For Ourselves
Gold

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