Cultura
Scompagine, il monologo di Nada Malanima a Venaria – fotogallery
“è preferibile essere sani ma sentirsi malati, o essere malati ma sentirsi sani?”
“… nel chiuso di una stanza, una donna è in attesa di un’operazione che dovrà cancellare dalla mente e dagli occhi la visione di un’altra lei, la sua confidente allucinazione con cui ha da sempre un rapporto di affetto e ostilità”. Così Nada Malanima presenta il suo “Scompagine”, un dialogo, monologo non è esatto, non è mai sola sul palco, tra una donna “malata” e se stessa.
Nell’ambito delle iniziative del comitato “Se non ora quando?” di Venaria Reale, per la Giornata Internazionale della Donna, è andato in scena ieri, domenica 8 marzo 2015, ore 21 al Teatro della Concordia di Venaria Reale.
In un palco vuoto, senza arredi, una donna con la sua poltroncina motorizzata, sola, pare, inizia a raccontare a se stessa la sua vita: gli amori, i pensieri, le paure, gli uomini spaventosi, il matrimonio spento, il tradimento, l’aborto, i sogni che non si realizzano, la voglia di morire (“mi impicco ad un ciliegio di aprile”), la paura di morire.
“Nessuno”, dice, “Nessuno mi ha mai amato come io ho amato”. Non è mai stata capita, questa donna. E’ considerata malata. E’ da operare, per togliere da lei l’altra sé, quella che la importuna, quella che vive con lei, che odia profondamente ma che non vuole lasciare.
E’ un caso clinico, da studiare, da curare, da operare, da guarire. Da far tornare “normale”, perché così com’è non va.
Ma davvero è da curare? Ma davvero la soluzione è liberarla dall’altra? Guarisce, si alza dalla sedia a rotelle, libera pare. E invece?
Per guarirla le hanno spezzato l’osso del collo, perché camminava troppo dritta, per questo mondo e le hanno spaccato le ginocchia, perché andava troppo veloce e forse troppo lontano, per quello che era stato deciso per lei.
Forse la cura non è quella, forse è accettare l’altra se stessa, accoglierla e amarla.
Sembra un caso clinico, ma per chi la ascolta seduto di fronte a lei, non lo è poi tanto. La capisce. Ci si riconosce: una donna che cerca di vivere se stessa, a dispetto di un mondo che la vuole diversa, che la vuole “normale”. Una donna che vorrebbe amare ed essere amata e cercare di realizzare i propri sogni, semplicemente.
Un monologo di grande effetto. Recitato, vissuto, senza esitazioni, che scorre liscio, che coinvolge, che fa sorridere e che commuove. Bravissima Nada, una bella sorpresa, davvero, senza incertezze dentro fino in fondo al suo personaggio, in ogni singola piega del volto e della sua anima. Andate a vederlo!
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Scompagine di Nada Malanima
luci e oggetti scenici di AndreaViolato
costumi di Antonio Marras
regia di Alessandro Fabrizi
Grazie a Las Chicas per Produzioni Fuorivia/Teatro della Concordia
Nicoletta Lucheroni /Foto Paolo Pavan
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