Cittadini
Nel mirino dei Nas la sanità piemontese, pronta ad esplodere. Sotto osservazione documenti e delibere regionali
Con mala sanità si identifica, ormai da anni, il triste stato del settore in Italia. In Piemonte, in questi ultimi giorni, con tale termine ci si riferisce soprattutto all’inchiesta in corso da parte dei Nas (Nucleo anti sofisticazione) di Torino e del pm Raffaele Guariniello sulla riorganizzazione sanitaria regionale e sui budget sempre più scarsi. Dopo lo scandalo relativo alla situazione dei pronto soccorso piemontesi, sotto pressione per le elevate richieste di prestazioni mediche, soprattutto nel momento del picco influenzale, gli investigatori hanno deciso di ampliare il monitoraggio spulciando tra gli atti, i documenti regionali, le delibere, i “conti della serva” che determinano lo stato dei fatti, osservando tutti gli ospedali, non limitandosi al singolo caso di disservizi, ma alla generalità per capire dove nasce il problema e perché, districandosi tra i motivi che generano lunghi, stancanti turni del personale sanitario sotto stress, barelle nei corridoi dove i pazienti stazionano in attesa, chissà per quanto, di una miglior sistemazione, rischio di contrarre infezioni per la collocazione di malati, affetti da diverse patologie, nel medesimo ambiente per mancanza di spazio, etc. tutto dovuto alla mancanza di risorse, umane ed economiche.
I Nas indagano, non solo dopo la denuncia di alcuni pazienti e parenti di questi, ma anche per recente un esposto della Cgil, Cisl e Uil che riguarda l’ospedale di Rivoli dove, secondo i sindacati, nei giorni scorsi, 45 barelle erano piazzate nei corridoi in attesa di sistemazione. 45 rispetto al numero massimo di 14 posti letto. La sanità esplode, nonostante sia uno dei servizi più importanti che ogni Regione debba garantire.
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