Lavoro
Protesta dei lavoratori della Provincia. Ma stasera un voto in Parlamento stanzierà 500 milioni per evitare esuberi in tutta Italia
Oggi a Torino, come sta accadendo in varie parti d’Italia, è andata in scena sotto la Regione la protesta dei dipendenti dell’ex Provincia di Torino: 500 su 1700 restano di restare senza lavoro e venire licenziati. Almeno fino a quando non saranno chiari i compiti della Città Metropolitana e come verranno divise le competenze residue tra Regione e Comuni. Contestato anche l’ex presidente della Provincia, attuale assessore alla Sanità, Antonio Saitta accusato di essersi disinteressato della questione. Il quale ha risposto ricordando che proprio lui è stato – anche come presidente dell’Upi, Unione province italiane – uno dei pochi in Italia a lottare fino all’ultimo contro l’abolizione, in minoranza anche all’interno del Pd. Ma la buona notizia, almeno parziale, l’ha però rilanciata da Roma l’on. Umberto D’Ottavio: “Alle 20 questa sera verrà votato l’emendamento del Governo che conterrà i 500 milioni utili ad affrontare il tema degli esuberi delle Province. Ciò consentirà di rinviare di un anno tutte le tematiche che avrebbero legato il dipendente alle funzioni e permetterà di far coincidere ciascuno di loro alla propria competenza. Ci sarà quindi il tempo necessario ad affrontare la situazione in tutte le sue complessità. In questo modo il Governo dà una risposta positiva al drammatico incrocio creatosi tra la cessazione delle Province, la nascita delle città metropolitane e la ricollocazione delle funzioni”. Il parlamentare PD prosegue: “C’è bisogno di più tempo e questo emendamento risponde a quanto chiesto dai parlamentari del PD . – aggiunge il deputato -. Il rinvio di un anno consentirà di occuparsi del personale che deve seguire le funzioni e i servizi. Se le competenze sono passate ai Comuni o alle Regioni è opportuno che i dipendenti continuino ad occuparsi di fornire i servizi dalle nuove postazioni, evitando sia la mancanza degli interventi previsti ai cittadini, dalla manutenzione delle scuole alla percorribilità delle strade, sia il rischio concreto di esuberi inspiegabili di fronte al fatto che qualcuno deve comunque svolgere le funzioni. Con la votazione dell’emendamento il Governo mostra attenzione al problema”.
Intanto i lavoratori della Provincia, ricevuti in Consiglio, hanno ottenuto di impegnare per la Giunta regionale, e il presidente Sergio Chiamparino, affinché venga ritirato l’emendamento presentato al Senato sulla legge di stabilità 2015, che prevede la riduzione del 50 e del 30 per cento del personale di province e città metropolitane. L’impegno è contenuto nell’ordine del giorno a prima firma Antonio Ferrentino (Pd) e sollecitato dal presidente Mauro Laus, approvato all’unanimità durante il Consiglio regionale di oggi, giovedì 18 dicembre.
“Ennesima prova di dissociazione politica del Pd da sé stesso – commentano Giorgio Bertola e Davide Bono, del Movimento 5 Stelle – La politica dei doppi forni del Partito Democratico è ormai intollerabile. A Roma fanno pasticci, come nel caso delle Province, facendo finta di eliminarle, delegando alle Regioni la redistribuzione delle competenze ma tagliando del 30%- 50% il personale. A Torino lo stesso Pd chiede con un ordine del giorno al Governo di fare dietrofront. Non con un ordine del giorno firmato da tutti i capigruppo, ma con un atto presentato da un singolo consigliere regionale”.
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