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Alessandria

Rilasciato Giulietto Chiesa ed espulso dall’Estonia dopo l’arresto dei giorni scorsi: ‘I fascisti mi hanno chiuso la bocca’

Redazione Quotidiano Piemontese

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607150f632613284cc423463db1112059e057f10ce444bf87b832c3cUn arresto preventivo per non farlo parlare ad una conferenza, il fermo in carcere, l’intervento dell’ambasciatore italiano e il provvedimento di espulsione dal Paese. Brutta disavventura per il giornalista alessandrino Giulietto Chiesa, finito in manette a Tallin, capitale dell’Estonia, poco prima di partecipare come relatore ad un incontro dal titolo provocatorio “La Russia è nemica dell’Europa?”. “Una clamorosa violazione dei miei diritti come cittadino europeo – ha commentato Chiesa, ora rilasciato ed in viaggio per Mosca -. È stato un arresto preventivo per impedirmi di esprimere il mio pensiero, dovevo dire cose scomode

e hanno voluto tapparmi la bocca.  Si tratta di un episodio che dice fino a che punto la degenerazione fascista in Europa ha proceduto”. Tutto accade lunedì, quando l’ex europarlamentare si trova la polizia in albergo. L’accusa è di essere in territorio estone in condizione di illegalità e per questo oggetto di un provvedimento di espulsione nelle successive 48 ore. Chiesa viene portato in carcere senza che nessuno gli mostri un documento ufficiale e, come racconta lui stesso, detenuto dietro le sbarre per un’ora e mezza. Poi l’ambasciatore italiano in Estonia, Marco Clemente, convince le autorità ad affidargli la custodia dell’uomo che, alle 22 ora locale, viene liberato con l’obbligo di lasciare il Paese nei successivi 29 giorni. “Allo stato attuale delle cose, leggendo il verbale del mio rilascio, il divieto di entrare in territorio lettone scade il giorno 13 gennaio 2015 – racconta Chiesa sulle pagine de Il Giornale. A coloro che mi stavano interrogando ho chiesto lumi e cioè se sarei potuto tornare dopo quella scadenza: hanno risposto di sì”. Il noto giornalista, nato ad Acqui Terme (AL), ha ringraziato poi sul suo sito l’ambasciatore e tutte le “centinaia di persone che mi hanno scritto esprimendomi solidarietà. […] L’episodio e’ sicuramente grave. Ma e’ anche una lezione da imparare. Ci aiuta a capire che razza di Europa è quella che ci troviamo davanti ora. E che battaglia dovremo fare per cambiarla, per rovesciarla come un calzino. Se non vogliamo che questa gente rovesci noi”.

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