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Saitta sui tagli ospedale Cardinal Massaia di Asti: a gennaio verifica di possibili deroghe alla revisione della rete ospedaliera

Redazione Quotidiano Piemontese

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1_saittaAd Asti non si spegne la preoccupazione per i tagli all’ospedale Cardinal Massaia previsti dal piano di rientro sanitario regionale. Come già scritto in precedenza, per una dozzina di reparti astigiani si ipotizza la soppressione: malattie infettive, dermatologia, gastroenterologia, endocrinologia e diabetologia, dietologia che andrebbero realizzate ad Alessandria dove, al momento, mancano. Radioterapia, servizio trasfusionale, geriatria, pneumologia e chirurgia vascolare verrebbero assorbite da Alessandria. Chirurgia maxillo facciale chiuderebbe. Sul tema è intervenuto recentemente l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta, che scrive:

Dal territorio astigiano giunge forte la necessità di confermare la radioterapia dell’ospedale di Asti, all’interno del quadro di revisione della rete ospedaliera. Ne ho parlato a lungo con il mio collega di Giunta, l’assessore Giorgio Ferrero, che è astigiano, e con la consigliera regionale Angela Motta. Le preoccupazioni che hanno illustrato a me e al direttore della sanità, Fulvio Moirano, non sono prive di fondamento e necessitano verifiche ed approfondimenti che mi sono impegnato a svolgere anche in relazione alla compatibilità su scala regionale di questa richiesta.

Nell’incontro dedicato alle problematiche dell’ospedale di Asti, abbiamo anche verificato altre questioni specifiche (ad esempio, il futuro del reparto di gastroenterologia) sempre all’interno della riorganizzazione della rete ospedaliera nella dimensione del quadrante Alessandria/Asti.

Mi sono impegnato a verificare nel mese di gennaio con gli esperti del cosiddetto Tavolo Massicci la possibilità di qualche deroga alla revisione della rete ospedaliera, senza mai dimenticare però che la Regione Piemonte, unica nell’Italia del Centronord, si trova ad affrontare un doloroso piano di rientro dal debito sanitario, conseguente anche alla mancanza di programmazione che ha purtroppo caratterizzato per anni la sanità piemontese.

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