Ambiente
La Forestale di Verbania sequestra impianto recupero rifiuti: nessun controllo e niente separazione. Indagate 21 persone e 17 imprese
Dopo una lunga e approfondita indagine effettuata dal Corpo forestale dello Stato per verificare la corretta gestione del ciclo dei rifiuti, il giudice per le indagini preliminari di Verbania ha disposto il sequestro preventivo l’impianto di recupero rifiuti gestito dalla Cooperativa Sociale Risorse di Verbania, in località Santino. Il centro di raccolta effettua attività di stoccaggio, trattamento e recupero sia di rifiuti speciali prodotti dalle imprese che di rifiuti urbani prodotti dalle utenze domestiche. L’azienda infatti gestisce i servizi di raccolta e trasporto rifiuti urbani per i Comuni della Provincia del Verbano Cusio Ossola e per quelli del medio-alto Novarese.
Gli accertamenti hanno messo in luce reiterate condotte illecite nell’accettazione dei rifiuti in ingresso allo stabilimento. Nessuna verifica in merito alla liceità dei conferimenti veniva infatti eseguita da parte degli addetti al controllo con conseguente perdita di qualunque tracciabilità dei rifiuti conferiti per i quali è possibile individuare nessuna informazione relativa al luogo di produzione, al produttore, al trasportatore e al veicolo utilizzato. Tale sistema consentiva alle imprese, anche prive di iscrizione alla Camera di Commercio, e dietro pagamento del corrispettivo per il conferimento, di smaltire rifiuti derivanti da attività spesso non lecite e prive di riscontri fiscali. Tali ditte producevano soprattutto rifiuti derivanti dalle attività edili e di manutenzione del verde pubblico e privato. I rifiuti venivano quindi recuperati dalla Cooperativa e rivenduti sotto forma di compost vegetale e sotto prodotti per l’edilizia.
In violazione all’autorizzazione alla gestione dell’impianto inoltre rifiuti urbani e speciali non venivano differenziati ma trattati cumulativamente.
I reati contestati sono quelli della gestione, trasporto e traffico illecito di rifiuti nonché quelli della violazione dell’autorizzazione alla gestione dell’impianto e del falso in atto pubblico.
Complessivamente 17 imprese e 21 persone risultano iscritte nel registro degli indagati. Inoltre sono state elevate sanzioni amministrative per un importo superiore ai duecento mila euro.
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