Cronaca
Novara, figlia e nipote insultano e minacciano donna di 88 anni che scappa e le denuncia
“Volevo una vecchiaia tranquilla e non volevo essere trattata così… Sono tormentata dal fatto che ho ricevuto del male da mia figlia. Ho un peso sul cuore che non passerà mai”. Sono queste le tristi parole di una anziana donna residente nell’hinterland milanese, B.A.N. di 88 anni, sfortunata protagonista di una vicenda che ha visto all’opera la Polizia di Novara. Il 17 agosto 2014 l’anziana signora era stata trasportata al Pronto Soccorso di Novara dove aveva poi raccontato di essere scappata dall’abitazione della figlia, residente in città, perché subiva maltrattamenti da parte della stessa e da parte della nipote. Visitata, l’anziana aveva presentato evidenti lesioni alla braccia e sanguinava da un orecchio, esiti di una aggressione da subita poco tempo. Una volta dimessa la donna era stata sistemata in un’abitazione protetta da personale della Squadra Mobile di Novara ed erano scattate immediatamente le indagini sotto la direzione della Procura: in appena tre mesi è così stata emessa l’ordinanza di divieto di avvicinamento alla figlia della vittima, C.N. di 59 anni, e alla nipote, U.T. di 32 anni. Sulle donne pesa la grave accusa di maltrattamenti in famiglia, e solo per la figlia della vittima è ipotizzato anche il reato di lesioni personali aggravato dal vincolo della familiarità.
Le testimonianze della vittima e di svariati testimoni hanno fatto emergere fatti gravissimi e crudeli quali offese, minacce, spintoni e le violenze a cui l’anziana era sottoposta quotidianamente. In una occasione la vittima era stata portata in ospedale proprio a causa di una brutta caduta causata da una violenta spinta. Auguri di morte, violenze psicologiche (ad esempio: condurre l’anziana di notte lungo l’autostrada e minacciare di abbandonarla in strada) sono solo alcuni degli episodi di questa triste vicenda.
Cardine in tutto ciò è stata la continua richiesta di denaro da parte dei famigliari per soddisfare le loro esigenze. L’atto predatorio era giunto al punto di non pagare le bollette di casa dell’anziana accumulando un debito enorme che la donna ha dovuto poi saldare ratealmente per non vedersi chiudere le utenze. Inutile dire che il patrimonio della vittima è stato prosciugato grazie al fatto che l’anziana aveva delegato la figlia a operare sul conto per aiutarla nella gestione, senza mai pensare a un epilogo così grave.
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