Cronaca
Tav Torino-Lione. Elia (ad Fs): “Il costo dell’opera non è cambiato”
Nei giorni scorsi è stata guerra di numeri sull’Alta velocità Torino-Lione. Oggi torna sull’argomento l’ad di Ferrovie dello Stato. “Il costo dell’opera non è cambiato” e il totale è di 4,8 miliardi di euro. Sono le parole di Michele Elia, pronunciate durante un’audizione in commissione Lavori pubblici al Senato rilanciate dall’agenzia Public Policy. Rispetto al totale, “2,9 miliardi sono già disponibili dalla legge di Stabilita’ dell’anno scorso mentre 1,9 miliardi saranno chiesti all’Unione europea”, ha aggiunto Elia, specificando che “il valore da mettere a gara è di 4,8 miliardi”. A queste cifre sarà applicato, eventualmente, un tasso di rivalutazione, come stabilito dalla normativa francese, ha ancora spiegato l’ad. Nel contratto di programma questo è previsto al 3,5%, ma quello attuale è dell’1,7%. Sarà stabilito “anno dopo anno se c’è una rivalutazione dei prezzi. La Francia dirà quanto vale e per ogni euro che metterà in più lo dovrà mettere anche l’Italia”, ha concluso Elia.
Tav, i numeri del documento depositato da Rfi in Commissione Lavori al Senato (fonte agenzia Public Policy)
Nell’ultimo anno la crescita del tasso di rivalutazione da applicare al costo di realizzazione dell’Alta velocità Torino-Lione è stata prossima allo zero. Da gennaio 2010 a gennaio 2013, data nella quale è stata realizzata la stima riportata nel contratto di programma ministero dei Trasporti-Rfi, i prezzi dei lavori in sotterraneo con fresa in Francia (quelli cioè riferiti al Tav) sono cresciuti con una media del 2,9% all’anno. È quanto si legge in una documento depositato in commissione Lavori pubblici al Senato da Rfi al termine di
un’audizione.
Nel contratto di programma, come ha ricordato l’ad di Fs, Michele Elia, durante l’audizione, il tasso di rivalutazione
è considerato al 3,5%, mentre quello attuale è al 17%. In base ad alcune ipotesi di variazione del tasso, il costo
dell’opera, considerando quindi sia il contributo francese che italiano, potrebbe passare dagli 8,32 miliardi agli 11,7 qualora il tasso effettivo fosse del 3,5%, mentre sarebbe di 10,2 miliardi qualora il tasso fosse del 2%. Con una rivalutazione dell’1,5%, invece, l’ammontare totale sarebbe di 9,7 miliardi. Al costo totale l’Italia partecipa per il 58%, mentre la Francia per il 42%.
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