Cittadini
Torino cede il 31% delle azioni delle farmacie comunali
Il consiglio comunale di Torino ha approvato la cessione del 31% delle azioni delle farmacie comunali. La mozione è stata presa con 26 voti favorevoli e 2 contrari. sSi procederà con gara a evidenza pubblica mediante procedura aperta con offerte segrete. La base d’asta è stata fissata da un perito valutatore. L’azienda “Farmacie comunali Torino Spa” era già stata oggetto di una prima dismissione della Città, alla fine del 2008, quando il Comune aveva ceduto il 49% del pacchetto azionario e la gestione operativa della società a un socio privato (Farmagestioni epiù Unione Cooperative). In caso di assegnazione del 31% in vendita, la Città resterà comunque titolare del 20% delle quote societarie e del potere di controllo per la tutela della salute pubblica, previsto dal Contratto di servizio (disciplina dei rapporti tra Città e soggetti erogatori di servizi pubblici) e dalla Carta della qualità dei servizi (tutela dell’utenza sulla conoscenza degli impegni assunti nel Contratto di servizio).
Qui di seguito gli interventi dei consiglieri comunali che hanno partecipato al dibattito.
Alessandro Altamura (PD)
L’assessore ha recepito alcune indicazioni delle Commissioni competenti, a partire dalla richiesta della copertura fidejussoria. Se c’è una clausola di prelazione, in ogni caso occorre salvaguardare la concorrenza. E’ necessario inoltre che vi siano un adeguato piano industriale e il rispetto delle clausole sociali da parte del privato, che a quel punto sarà detentore di un’ampia maggioranza azionaria. Non dimentichiamo che esiste anche un valore sociale delle farmacie comunali, rispetto al quale anche i cittadini sono a tutti gli effetti degli stakeholders.
Maurizio Trombotto (SEL)
La storia delle farmacie comunali rende onore a questa Città. SEL appoggerà questo provvedimento, ma chiediamo all’assessore di ribadire l’impegno della Giunta rispetto alla salvaguardia della funzione sociale di un’azienda, quella delle farmacie, che non sarà più “comunale”. Bisognerà salvaguardare anche la diffusione territoriale delle farmacie, punto di riferimento per le fasce deboli della popolazione. Se lo scopo dell’operazione è quello di reperire risorse per mantenere i servizi, una dilazione troppo ampia nel pagamento da parte dell’acquirente delle quote azionarie non andrebbe in questo senso.
Chiara Appendino (M5S)
Le radici di questa operazione, sulla quale abbiamo presentato 132 emendamenti, risale al 2008, quando il Comune decise di vendere in blocco tutte le farmacie a un valore troppo basso, sulla base di una valutazione – 20 mln – che non teneva conto del fatto che poteri decisionali assunti dal socio ne alzavano il valore a 30 mln. Nel 2009 vennero modificati in questo senso i patti parasociali e nel 2011 vi fu la decisione di rateizzare i pagamenti da parte del socio privato fino al 2099! Adesso si prospettano dilazioni per il pagamento delle quote che verranno acquisite: si è già concesso troppo! O sono condizioni dettate dal socio privato per accettare la prelazione? Se la Città vuole e deve far cassa, perché dilazionare?
Andrea Araldi (PD)
Questa non è semplicemente una “privatizzazione”, è l’adozione di una nuova filosofia di gestione dei servizi, esercitata tramite lo strumento del contratto di servizio. E’ questo il punto centrale dell’operazione che stiamo conducendo, così come di altre in futuro. Non tratta quindi soltanto di incassare. In questo senso, le dilazioni di pagamento vanno bene, se aiutano a chiudere positivamente l’operazione: non è necessario incassare tutto nell’immediato quanto varare una nuova politica dei servizi.
Enzo Liardo (Nuovo Centrodestra)
Abbiamo sempre attribuito la causa dei problemi di bilancio di questa Città alle municipalizzate. Questa Giunta ha cambiato registro e accogliamo questo con favore. Per questo motivo appoggeremo il provvedimento con il nostro voto, auspicando che si proceda in questa direzione. L’era dei “carrozzoni” (anche se non è questo il caso delle Farmacie comunali) deve finire!
Silvio Viale (PD)
La vicenda delle farmacie è nata male. Avrei preferito vendere le farmacie come esercizi commerciali. L’indirizzo della Regione è di far acquistare i farmaci dagli ospedali perché hanno costi minori.
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