Cittadini
Matrimoni gay contratti all’estero, Fassino fa solo mezzo passo avanti: ”Riconoscimento simbolico”. Ma la Sala Rossa preme affinché si faccia di più
Dopo le trascrizioni ufficiali nei registri di Roma Capitale dei matrimoni fra persone dello stesso sesso contratti nei tanti Paesi ove ciò è consentito, e dopo che svariate altre amministrazioni cittadine nostrane hanno annunciato che presto seguiranno l’esempio di Ignazio Marino per garantire questa possibilità ancora negata dalla legge italiane, ci si attendeva che Torino – spesso in prima linea sui diritti civili – fosse tra queste; invece, Piero Fassino non pare del tutto deciso sul tema, e la spiegazione sta in parte in quel pezzetto di maggioranza che (i Moderati) si ritrovano sulla sponda opposta dell’argomento.
Oggi, in Sala Rossa, è stata presentata una mozione che chiede al primo cittadino e alla giunta di muoversi perchè anche il capoluogo subalpino accolga queste unioni; a favore hanno votato 18 consiglieri fra PD, Sel e M5S, mentre – come si diceva – i Moderati hanno votato con l’opposizione, perdendo in ogni caso seppur di poco. Il documento ricorda come ben quattro anni fa la Corte Costituzionale abbia invitato ad approvare “il riconoscimento dei diritti fondamentali alle coppie dello stesso sesso”. Ma Fassino, si diceva, fa solo mezzo passo in questa direzione: pare infatti che il sindaco sia propenso ad aprire un secondo registro delle coppie di fatto, un registro “simbolico”, dove annotare che il matrimonio contratto all’estero esiste, e nulla più. Il tutto, spiega però Fassino, solo in maniera provvisoria, attendendo che la questione venga affrontata in modo organico da una legge”. Un’attesa che la città di Roma non ha ritenuto dover rispettare.
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