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Museo dello Sport di Torino, Arisi chiede aiuto, l’assessore Gallo risponde: “Preferirei tagliare l’affitto alle bocciofile”

Redazione Quotidiano Piemontese

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20141027_092213_resized (FILEminimizer)Si è presentato all’audizione della V Commissione portando con sé la coppa dalle grandi orecchie, la Champions League, ma neanche questo ha fatto il miracolo, almeno per ora. Il Museo dello Sport di Torino è ancora in bilico sul ciglio di un burrone finanziario e le parole del presidente Onorato Arisi davanti ai consiglieri comunali lo ribadiscono: “Nell’aprire un museo unico in Italia, non ho avuto il supporto della Città di Torino e in pochi sanno che sotto la curva Maratona dello stadio Olimpico ci sono i cimeli di grandi campioni di ben 47 discipline sportive diverse”. Il nodo è sempre lo stesso. Dopo richieste di aiuto, ultimatum, aste benefiche e dichiarazioni d’intenti, le due parti restano ancora distanti. Le istituzioni torinesi, rappresentate in sala capigruppo dall’assessore allo Sport, Stefano Gallo, ricordano tutte le iniziative propagandistiche ed amministrative a sostegno del museo, ma la domanda che rimane insoluta è sintomatica: “Qui non si tratta più di ridurre l’affitto, ma di un’attività che non ha domanda, quindi commercialmente non ha futuro. Ci si è chiesti perché la gente non va a visitarlo?”. La risposta del presidente Arisi è decisa: “Siamo un’iniziativa nuova in Italia, un progetto di educazione sportiva che non ha eguali e di cui Torino potrebbe fregiarsi, invece di fregarsene”. Le richieste per tenere aperto ed arrivare almeno al 2015, anno in cui Torino sarà Capitale europea dello Sport, sono contenute in un documento consegnato oggi alla’amministrazione comunale. C’è la necessità di riparazioni urgenti ai soffitti e all’ascensore, rotto da mesi, servono una segnaletica ed una cartellonistica stradale in grado di assicurare maggior visibilità per torinesi e turisti, con magari la collaborazione della Gtt sui suoi mezzi; poi Arisi denuncia l’ostruzionismo della società che gestisce, in collaborazione con il Torino F.C., lo stadio Olimpico, la Semana Service Management, rea di “impedire il nostro lavoro”, e chiede la sospensione dell’affitto fino al nuovo anno, con un aiuto economico per poter andare avanti. La risposta dell’assessore Gallo non potrebbe essere più netta: “Se potessi scegliere (e non posso) a chi togliere l’affitto, lo toglierei alle bocciofile e alle scuole calcio dei quartieri disagiati, non certo al museo dello Sport. Quella è una questione sociale, questa è un’iniziativa di un privato”. Il consigliere Maurizio Trombotto (Sel) propone di unificare questa attività con la collezione di cimeli olimpici del 2006, collezione che già esiste, ma attualmente è stata spostata al forte di Exilles, chiuso al pubblico. Piccolo diverbio, infine, tra il presidente di Commissione, Luca Cassiani (Pd) ed i tecnici dell’amministrazione cittadina, per un sopralluogo per ridefinire l’affitto che una mozione del Consiglio aveva stabilito a marzo e che, forse, verrà effettuato domani, quasi otto mesi dopo il dovuto: “Questo ritardo è offensivo verso le istituzioni cittadine”.
In definitiva, per ora il Museo dello Sport resterà aperto in attesa della ridefinizione del canone d’affitto su base patrimoniale e non forfettario come finora stabilito (circa 30.000 euro l’anno) e di una decisione da parte del Consiglio comunale che prenda finalmente posizione: il Museo dello Sport deve chiudere o no?

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