Piemonte
Rimborsopoli, le opposizioni: ”Chiamparino giurò che non voleva indagati, dov’è la sua coerenza?”. Cerutti in lacrime: ”Sono una persona onesta”
Per quanto fosse nell’aria da qualche giorno, segnatamente da quando il pm Ruscello aveva depositato le motivazioni per le condanne dei primi accusati nel procedimento noto ormai come “Rimborsopoli”, la notizia dell’imputazione coatta di alcuni esponenti di spicco della maggioranza in Regione non ha certo lasciato insensibile la politica. Fra le prime reazioni ad essere registrate, quella del MoVimento 5 Stelle piemontese, che affidano ad un comunicato le proprie considerazioni:
“Correva il 2 febbraio 2014 quando Chiamparino disse: “non voglio indagati nella mia lista per quei reati lì”, si riferiva agli indagati per Rimborsopoli. Successivamente “in lista con me non ci saranno rinviati a giudizio”, perché eletti del Pd indagati, stralciati ma ancora non archivati ci sono. Gariglio, segretario regionale del Pd, tuonava prima delle elezioni: “con me nessun rinviato a giudizio sarà candidato. Che ci aspettiamo da Chiamparino? Coerenza con i propri annunci elettorali. Giammai! Difesa a spada tratta delle capacità amministrative degli imputati (mai messa in dubbio ovviamente dal Gip) e conferma piena delle loro deleghe. Siamo pronti a chiedere conto in aula al presidente Chiamparino”.
A riprendere quelle stesse promesse di Chiamparino pensa anche Gilberto Pichetto, che dell’attuale governatore è stato rivale alle scorse elezioni regionali, e che ora riveste il ruolo di capogruppo di Forza Italia:
“Il rinvio a giudizio di alcuni autorevoli esponenti del centrosinistra merita un approfondimento in Aula. Ora misureremo la coerenza di Chiamparino e del Partito Democratico che hanno utilizzato il tema di rimborsopoli in campagna elettorale. Gli indagati fuori dal governo regionale era un impegno elettorale di Chiamparino. Pertanto attendo le azione conseguenti di Chiamparino dopo le decisioni giudiziarie che abbiamo appena appreso e che hanno colpito anche il centrosinistra. Allora come oggi, continuo personalmente ad avere una posizione garantista; mi aspetto però che chi ha utilizzato come una clava l’argomento nel periodo elettorale, oggi dimostri coerenza”.
E infine, in serata, ecco le parole dell’unico fra i soggetti da oggi coinvolti ad avere rilasciato dichiarazioni: Monica Cerutti, all’epoca dei fatti contestati unica rappresentante di SEL in Consigliore Regionale; l’attuale Assessore al Bilancio, oggi visibilmente turbata nel prendere la parola a Palazzo Lascaris, ha affidato alcune righe al proprio sito ufficiale:
“Sì, ho pianto e non me ne vergogno perché sono una persona onesta e ho sempre cercato di lavorare nell’interesse dei piemontesi. Ammetto che non sto vivendo un momento facile perché il fatto che in qualche modo venga messa in dubbio la mia onestà e la mia correttezza è la cosa peggiore che mi potesse capitare da donna di politica. Una volta venuta a conoscenza della decisione del GIP ho rimesso il mio mandato nelle mani del presidente Chiamparino che però ha confermato la sua fiducia in me e nel mio operato. Un gesto che mi ha confortata. Avrò modo di chiarire tutto ciò che mi viene contestato. Continuate a giudicarmi per il lavoro che ho svolto e sto svolgendo per la Regione Piemonte”.
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