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Cultura

Nuovo allestimento museale per il Papiro di Artemidoro

Gabriele Farina

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papiro-artemidoroA partire dall’8 ottobre il controverso Papiro di Artemidoro ha un percorso espositivo dedicato all’interno del Museo Archeologico di Torino, dove è conservato. Più spazi organizzati per avere un percorso unico che possa approfondire, anche con l’utilizzo di materiali multimediali, la storia del papiro e le sue caratteristiche. Il reperto è conservato in una teca capace di preservarne la vita. Dal sito del Museo Archeologico

Lo spezzone di rotolo porta sul Recto i disegni di due visi nell’agraphon, indi tre colonne di testo, poi una carta geografica, cui seguono altre due selides e infine una ventina di immagini tra cui teste umane, mani e piedi. Sul Verso si vedono una quarantina di figure di animali reali e fantastici. Le colonne di testo e la mappa sul recto, i disegni di animali sul verso e quelli di figura sul recto sono le quattro componenti fondamentali dello straordinario manufatto e su questi elementi si basa l’interpretazione formulata sulla base del complesso studio, in cui si cerca di comprendere se e come i vari elementi portati dal rotolo consentano di costruire relazioni diverse tra gli elementi (testo, carta, disegni) e di ammettere impieghi successivi del rotolo sulla base delle diverse mani dei disegnatori. Poiché le cinque colonne del testo contengono l’inizio del libro II dei Geographoumena di Artemidoro di Efeso, dedicato alla Penisola Iberica, è pressoché certo che la carta situata fra col. III e col. IV fosse connessa con lo scritto e che dunque il rotolo portasse una copia del II libro destinata ad essere corredata di carte.
La natura composita e stratificata del papiro di Artemidoro risulta con evidenza nell’editio princeps del 2008 (Il Papiro di Artemidoro, ed. da C. Gallazzi, B. Kramer, S. Settis, Milano 2008), in cui è offerta una chiave di lettura articolata sull’eterogeneo contenuto iconografico, storico ed esegetico, con approfondimenti su argomenti di natura e organicità diversa che pongono in evidenza la complessità di lettura e interpretativa del reperto. Chi non crede all’autenticità del papiro si muove invece intorno a un’idea di unità costituita dalla straordinaria cultura e capacità grafica di un eccentrico falsario, che Luciano Canfora nei suoi studi riconosce nel greco Costantino Simonidis (1820-1890).

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