Cronaca
Verbania, la Cassazione ordina il reintegro del dipendente licenziato perchè faceva il ”gigolò”
Per essere licenziati dalla pubblica amministrazione bisogna davvero combinare cose fuori dal comune (con la “c” minuscola). Tali ritenne la provincia del VCO fossero quelle che faceva un dipendente dell’ente, licenziato perchè si prostituiva. L’attività di sesso a pagamento dell’impiegato prendeva il via tramite annunci su siti internet dedicati, e qualcuno aveva fatto il delatore nei suoi confronti, segnalando questo suo “secondo lavoro”; la Provincia aveva allora seguito quel che l’uomo faceva online, aprendo quindi un processo disciplinare che infine aveva portato alla sua destituzione, nel giugno 2012, perché “lesivo dell’immagine” della stessa amministrazione.
Il Tribunale locale aveva convalidato il provvedimento, ma la Cassazione ha ieri annullato tutto su ricorso del Garante alla Privacy. Infatti, secondo il supremo organo di giudizio, il datore di lavoro (soggetto pubblico) non aveva e non ha i diritti di effettuare indagini sulla vita sessuale dei propri dipendenti, dato quest’ultimo inserito fra quelli “ipersensibili”. La Provincia aveva agito solo sulla base di informazioni e documenti acquisiti attraverso siti sui quali l’uomo svolgeva le proprie personalissime attività, dunque in maniera completamente illegittima; l’unico caso in cui questioni di natura sessuale possano inficiare i rapporti è quello di un cambiamento di sesso il cui beneficiario non informi l’amministrazione.. Ma così, no. E il dipendente deve essere reintegrato.
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