Cittadini
L’Italia è prima in Europa per sequestri di merci contraffatte e il Piemonte alimenta il mercato con cifre record
Il falso vende e anche molto. La multinazionale degli articoli contraffatti fattura 200 miliardi l’anno in tutto il mondo, ma la cifra è destinata a crescere del 74,5% in dieci anni. La contraffazione è un affare di dimensioni globali che in Italia vale 6.924 milioni, pari allo 0,45% del Pil. Il Bel Paese è il primo in Europa per quantità di merce sequestrata: tra il 2008 e il 2013 si sono registrati 99.748 sequestri per 334,5 milioni di pezzi contraffatti del valore complessivo di 3.789 milioni. A rivelare le dimensioni del fenomeno della contraffazione è un rapporto dell’ufficio studi nazionale di Confartigianato. Il Piemonte, inoltre, fa la sua parte e anche in grande stile.“La contraffazione – sostiene Silvano Berna, segretario regionale – è un business colossale e globalizzato che gira a pieno regime ed è tra le cause della crisi delle piccole imprese manifatturiere made in Italy. Il Piemonte contribuisce con circa 15 miliardi ad alimentare il florido mercato della contraffazione. Le imprese artigiane manifatturiere piemontesi esposte alla contraffazione sono 3.642 su 28.133 con un’incidenza del 12,95%. Tra le province sono Alessandria (30,6%) e Biella (27,4%) quelle che soffrono maggiormente questo fenomeno mentre, al contrario, Cuneo (6,2%) e Verbania (7,2%) sono più al riparo da questo pericolo. In ogni caso la dinamica delle imprese artigiane registrate vede nell’ultimo anno un calo più o meno consistente in tutte le province, passando da un –6,9% di Alessandria a un –1,3% di Verbania. Se poi estendiamo l’analisi agli ultimi 5 anni il calo è ancora più vistoso, passando dal –22,1% di Alessandria al –0,8% di Asti”.
“Nella comparazione fra le regioni – continua Berna – la più esposta alla contraffazione risulta essere la Toscana (42,4%) mentre quella meno colpita è la Sicilia (8,6%). Il Piemonte si colloca a metà classifica registrando un 12,9%”.
In base al rapporto di Confartigianato i settori più esposti alla contraffazione sono quelli del tessile, abbigliamento, calzature, occhialeria, cosmetici, giocattoli che rappresentano l’89,2% dei valore delle merci sequestrate tra il 2008 e il 2013. E proprio in questi settori di punta del made in Italy, in cui operano 64.322 imprese artigiane con 194.555 addetti, negli ultimi 5 anni le imprese artigiane sono state decimate, con una perdita di 7.052 aziende, pari ad un calo del 9,9%. Soltanto nell’ultimo anno le imprese artigiane di questi settori ‘invasi’ dai falsi sono diminuite del 2,1%.
La Cina guida la classifica dei Paesi di provenienza di merce contraffatta con una quota del 66,1% dei prodotti sequestrati dalle autorità italiane. La contraffazione presenta alcuni casi di specializzazione settoriale: ad esempio per profumi e cosmetici la principale fonte di provenienza è la Turchia (51,2%), per i prodotti alimentari l’Egitto (34,3%). Per quanto riguarda la tipologia delle merci, il valore più alto di sequestri effettuati in Italia tra il 2008 e il 2013 riguarda gli accessori di abbigliamento (34,6%).
Seguono i capi d’abbigliamento (14,1%), apparecchiature elettriche (9,9%), calzature (7,9%), occhiali (7,4%), profumi e cosmetici (6,6%), giocattoli e giochi (4,5%), orologi e gioielli (4,1%), cd, dvd, cassette (1,2%), apparecchiature informatiche (0,5%).
La modalità preferita per introdurre i falsi in Europa è il trasporto via mare che riguarda il 66,1% del valore dei sequestri effettuati nell’Ue. Nettamente distanziati i trasferimenti aerei (11%), per posta (9,1%), su strada (8,1%), per corriere espresso (5,6%).
“Un fenomeno criminale di dimensioni globali come la contraffazione – avverte Berna – va combattuto con armi globali. Serve un’azione congiunta di tutti i livelli di Governo, in Italia, in Europa e a livello internazionale”.
Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese