Economia
Continua a crescere l’export dei distretti piemontesi
Ecco una buona notizia che arriva dal fronte economico. Nel secondo trimestre del 2014 l’export dei distretti del Piemonte ha registrato un aumento tendenziale pari al 6,5%: un ritmo di crescita sostenuto, il più elevato nel panorama distrettuale italiano. E’ quanto emerge da monitoraggio dei distretti del Piemonte realizzato dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, che analizza l’attività di export nella regione nel secondo trimestre 2014. Ancora una volta i distretti piemontesi hanno fatto meglio dell’intero manifatturiero piemontese (+6,5% vs. +2%) e si dimostrano più dinamici rispetto ai principali competitor europei (es. export di manufatti tedesco: -0,3%; francese: -1,2%). Nei primi sei mesi dell’anno i distretti piemontesi hanno addirittura registrato un progresso del 7,8%, toccando la cifra record di 3,2 miliardi di euro, mai raggiunto prima nella storia dei distretti industriali della regione nel primo semestre dell’anno.
Le esportazioni della regione sono state trainate dal balzo dei valori esportati dall’oreficeria di Valenza (+24,1% nel secondo trimestre del 2014). Ha mantenuto un profilo di crescita positivo anche il tessile di Biella, in progresso ormai da cinque trimestri consecutivi. Bene anche la rubinetteria e il valvolame di Cusio-Valsesia (+2,9%) e il caffè, le confetterie e il cioccolato torinese (+10,7%). Pur mostrando segnali di decelerazione a causa della crisi russa-ucraina, si sono mantenuti in territorio positivo i vini di Langhe, Roero e Monferrato (+1,8%).
Tra i principali distretti della regione sono poi tornati a crescere, seppure lievemente, l’export di dolci di Alba e Cuneo (+2,2%), di nocciola e frutta piemontese (+4%), il riso di Vercelli (+0,5%) e le macchine tessili di Biella (+2%). In lieve territorio negativo, invece, i casalinghi di Omegna (-0,1%) e i frigoriferi industriali di Casale Monferrato (-0,9%). In termini di sbocchi commerciali, le esportazioni dei distretti piemontesi sono cresciute soprattutto nei mercati maturi (+7,6% la variazione tendenziale nel secondo trimestre del 2014) e, in particolare, in Svizzera, Stati Uniti, Francia e Spagna. Si sono invece fermati il mercato tedesco e quello russo, evidentemente colpito dalla crisi russa-ucraina.
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