Economia
Saitta sulla spesa farmaceutica: “Medici e Asl devono collaborare. I mezzi per tornare virtuosi ci sono da tempo, ma non sono stati usati”
L’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, ha illustrato alla Giunta la situazione che riguarda la spesa farmaceutica in Piemonte, voce che pesa per il 15% – 1,2 miliardi di euro – sul complesso della spesa sanitaria. Duro il giudizio di Saitta sulla situazione: “Come per molte altre voci, anche questa ha risentito per troppo tempo di una costante assenza di controllo, al punto che la nostra Regione continua a figurare come inadempiente nei confronti del Ministero che fin dal 2010 ci ha dettato – finora purtroppo inutilmente – regole chiare all’interno del piano di rientro dal debito sanitario. Solo da un anno l’assessorato ha avviato – grazie al lavoro dei tecnici di Agenas – l’analisi puntuale di questi costi ed oggi finalmente la Regione Piemonte non solo è in grado di conoscere al dettaglio i flussi di spesa farmaceutica sia territoriale che ospedaliera, ma abbiamo anche concluso i confronti personalizzati con le singole Asl e le aziende sanitarie per verificare i margini di miglioramento che ora devono obbligatoriamente essere adottati”.
Saitta sottolinea, come spesso hanno fatto i suoi colleghi in passato, che è fondamentale l’apporto dei medici: “Su molte voci della spesa farmaceutica c’è spazio per risparmiare molti milioni di euro partendo dalla consapevolezza dell’appropriatezza delle prescrizioni, che deve migliorare sia da parte dei medici ospedalieri sia dei medici di base, chiamati ad aiutare i pazienti a non farsi condizionare dalle pressioni del consumismo farmaceutico. I cittadini hanno bisogno che i loro medici di base li aiutino a cambiare mentalità. La Regione non ha alcuna intenzione di fare la parte dei ‘ragionieri del farmaco’, ma sentiamo forte l’esigenza, nella quotidiana battaglia per ridurre la spesa sanitaria, di essere sostenuti dai medici anche nella voce relativa alle prescrizioni di farmaci. Ci sono esempi virtuosi che fanno comprendere come sia possibile intervenire in accordo con i medici di base. Ad esempio, la spesa per farmaci di grande consumo – le statine (per il controllo degli eccessi di colesterolo) e gli ace inibitori (contro l’ipertensione) – registra in Piemonte nel primo semestre del 2014 un grande risparmio, perché si è incrementata in maniera significativa la prescrizione del farmaco generico a discapito di quello cosiddetto di marca: qui emerge forte il ruolo del medico prescrittore al quale il paziente si affida completamente”.
Nel dettaglio della spesa, l’assessore sottolinea: “La farmaceutica si divide in due macro voci di spesa, quella territoriale e quella ospedaliera. Nella prima il Piemonte si comporta a livello nazionale abbastanza bene e deve però rispettare i parametri di taglio imposti dal Piano di rientro, mentre nella seconda voce siamo tra i peggiori in Italia. Per quello che riguarda la spesa della farmaceutica ospedaliera: per l’anno 2014 il tetto di spesa è stato fissato per il Piemonte a 390 milioni di euro, con una riduzione complessiva del 4.2% rispetto alla spesa dell’anno precedente: nel 2013 è stata di 407,2 milioni. Qui la situazione è difficile, perché il nostro trend di spesa è tra i più alti d’Italia: peggio di noi fa solo la Puglia. Questa voce è difficile da controllare perché le Asl e le aziende ospedaliere finora non hanno mai collaborato nella diffusione dei dati: di fatto mancava quasi completamente il rendiconto della spesa farmaceutica ospedaliera e quindi non si potevano esercitare controlli, ma soprattutto nessuno all’interno degli ospedali aveva chiari questi dati. Per l’anno in corso invece di restare nel tetto di spesa di 390 milioni di euro, quasi certamente arriveremo a 415 milioni. Le aziende che avrebbero dovuto tagliare maggiormente questa voce erano principalmente le sedi universitarie (Novara e Torino) ma anche Asti, Vercelli e Vco”.
Secondo Saitta “per rispettare nel prossimo futuro questi parametri gli strumenti ci sono e per la verità c’erano già. Si tratta di utilizzare una procedura chiamata File F (usata da anni in altre Regioni): un tracciato che contiene le informazioni relative alla fornitura e somministrazione di un farmaco ad un paziente da parte di una struttura ospedaliera o territoriale e che permette la compensazione del costo con l’Asl di residenza del paziente. Si tratta di uno strumento che consente di tracciare la filiera di un farmaco, garantendo al paziente la continuità della cura e all’azienda il riconoscimento delle spese sostenute, una maggiore appropriatezza nei consumi e quindi, per alcune tipologie di farmaco, un risparmio sulla spesa farmaceutica convenzionata”.
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