Cittadini
Torino, mercati da rivedere: 11 saranno chiusi, altri accorpati. Prolungati invece gli orari
Rivoluzione in arrivo per i mercati di Torino. Il commercio ambulante che sotto la Mole è fiorito come in nessun altro angolo d’Italia (ben 42 le piazze, roba da far concorrenza alle grandi capitali europee) ora deve sfoltire: via i rami secchi. E riorganizzarsi: rivedendo gli orari, innanzitutto. E’ quanto emerge da una ricerca effettuata dal Politecnico per conto del Comune, e i cui risultati diverranno linee guida di un apposito piano che l’Assessore al Commercio, Mangone, varerà entro la fine dell’anno. Il provvedimento più evidente: la chiusura di ben 11 mercati, in pratica 1 su 4 di quelli attualmente esistenti.
Si tratta di sedi rionali poco popolate o semi-deserte (in via Plava sono attive 3 licenze appena, che però costano – fra pulizia, vigilanza, energia etc – quasi 200000 euro l’anno alla collettività). I candidati alla sparizione sono per l’appunto via Plava, quindi piazza Carlina, poi via Cena, piazza Chironi, corso Grosseto, via Lucento, via Rua, corso Taranto, Falchera Nuova e Falchera Vecchia. Gli ultimi due dovrebbero essere accorpati in un’unica realtà, mentre le bancarelle che attualmente resistono altrove dovrebbero essere destinate ad altre piazze.
Non basta, però: fra spuntisti e altro, spesso c’è – rivela lo stesso Mangone – una “costante aria di sbaraccamento in corso”, tra chi monta e smonta più o meno a tutte le ore, che non contribuisce all’immagine del mercato. Dunque, orari più rigidi per arrivare o andarsene da parte degli ambulanti, ma anche da rivedere: oggi le bancarelle montano alle 6, quando le abitudini dell’utenza (la classica “anziana” che parte all’alba è ormai rara) sono cambiate; meglio aprire alle 9 e restare aperti più a lungo, magari anche al pomeriggio, seguendo i buoni risultati delle sperimentazioni già effettuate in tal senso.
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