Cronaca
Marijuana terapeutica, petizione a Torino. E a Perrero l’ennesima coltivazione clandestina
In Italia esiste una situazione paradossale riguardante la cannabis: l’utilizzo della pianta a scopi terapeutici è consentito, mentre non lo è la sua coltivazione. Questo fa sì che la si debba importare dall’estero, con dei costi piuttosto elevati e con un iter burocratico talmente complesso da far sì che – per esempio – nel 2013 circa mezzo milione di persone in Italia ne abbia fatto richiesta e solo 60 (sessanta, sì) siano riusciti infine a poterne usufruire. Per questo motivo, una petizione con 363 firme è stata recapitata al Consiglio Comunale di Torino per chiedere l’attivazione di un progetto che si proponga come obiettivi la coltivazione e la più semplice distribuzione della pianta per ben accertate cure mediche.
La petizione chiede di ampliare ulteriormente la bozza presentata mesi fa dal consigliere Silvio Viale, già approvata dalla Città e ora passata alla Regione, perchè si possano produrre al più presto farmaci a base di cannabis. La marijuana che se ne fa derivare – è riconosciuto a livello mondiale – riduce i sintomi più sgradevoli in malattie gravissime quali tumori, sclerosi multipla e svariate patologie neurologiche. Solo Firenze a oggi dispone delle autorizzazioni per la produzione; l’associazione Aglietta propone, per Torino, di utilizzare i siti dell’IPLA (Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente) e dell’Istituto Bonafous (a Chieri).
Proprio mentre si apre il dibattito in merito, arriva la notizia dell’ennesima – nell’ultimo periodo – piantagione privata scoperta e sequestrata. Stavolta il fatto è avvenuto a Perrero: i carabinieri del piccolo comune montano hanno trovato nove piante di cannabis indica alte da 1 a 3 metri, nel terreno di proprietà di una coppia di incensurati, lui di 41 anni e lei di 27. L’appezzamento si trova a un’altitudine di 1400 metri, in località Cro del Sap, ed entrambi i proprietari sono stati denunciati in stato di libertà.
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