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Cronaca

Beni sequestrati alla mafia, Torino è al 2° posto in Italia alle spalle della sola Palermo

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mafia-uccide-silenzio-pureOrmai più nessuno, dopo le inchieste degli ultimi anni che hanno fatto luce sui legami fra politica e malavita, osa ripetere l’antico mantra “La mafia al nord non c’è”; del resto, un tempo la negazione aveva valore assoluto, “La mafia non esiste”, quindi si ridusse a reclamare la verginità di una certa parte del Paese, mentre ora la consapevolezza della sua onnipresenza, per lo meno, c’è. Anzi: il recente rapporto su “Le mafie al Nord” dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università di Milano parla del Piemonte come di una regione “storicamente caratterizzata da forti infiltrazioni da parte della criminalità organizzata calabrese e siciliana”, e riporta dati agghiaccianti.

Nel periodo 2009-2013, a Torino sono stati confiscati ad affiliati mafiosi ben 1522 beni, di varia natura. Sono tanti? Sono pochi? Difficile farsi un’idea in assoluto, e allora bisogna affidarsi al confronto; ebbene, da questo emerge come il capoluogo piemontese sia la seconda località con più sequestri, alle spalle della sola Palermo. Non è particolarmente consolante che, rispetto all’omologa siciliana, in quella pedemontana sia maggiore la percentuale di automobili rispetto a quelle di abitazioni (comunque numerose: appartamenti, ville, terreni). Molto migliore la situazione nel resto del Piemonte, rispetto a quella di Torino, anche se la nostra regione conta ben tre casi di comuni sciolti per infiltrazioni di mafia: “apripista” fu Bardonecchia (1995), cui nel 2012 fecero seguito Rivarolo e Leinì.

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