Economia
De Tomaso, cassa integrazione rinnovata fino a dicembre. In attesa di una nuova proprietà
E’ stato raggiunto questa mattina, al Ministero del Lavoro, l’accordo di proroga della Cassa Integrazione in Deroga per i lavoratori della De Tomaso. A siglare il documento l’assessore al Lavoro della Regione Piemonte, Gianna Pentenero, le organizzazioni sindacali, il ministero e il dott. Gianfranco Mirante, delegato del curatore del fallimento, dott. Enrico Stasi. L’accordo prevede la proroga della cassa in deroga, in scadenza oggi, fino al 31 dicembre 2014: “Un risultato importante – spiega l’assessore Pentenero – che tutti auspicavamo, con la consapevolezza che quello firmato oggi è l’ultimo decreto di autorizzazione alla proroga della cassa in deroga per i lavoratori dell’azienda.
Siamo speranzosi che gli elementi di novità emersi, ovvero le manifestazioni di interesse all’acquisizione pervenute da parte di una serie di aziende, così come ha evidenziato il curatore, possano portare a sbloccare la situazione”. Giuseppe Anfuso, segreteria torinese Uilm, commenta: “Si tratta di un buon accordo anche in previsione di due dimostrazioni di interesse avvenute nel mese di luglio. Questo ha convinto il Ministero a concedere l’ammortizzatore sociale fino al 31 dicembre 2014. Rimaniamo in attesa del decreto, augurandoci che i tempi siano più brevi del precedente”. La cassa interesserà gli 816 lavoratori dello stabilimento di Grugliasco e i 127 di quello di Livorno. Vittorio De Martino, segretario regionale Fiom-Cgil: “Il dato positivo è che siamo di fronte a un provvedimento che tutela per altri quattro mesi il salario dei lavoratori. Siamo però all’ultima proroga possibile della cassa ed è chiarissimo che la risoluzione del problema passerà attraverso la definizione di un nuovo piano industriale per la ricollocazione dei lavoratori: Governo, Ministeri e Regioni devono assolutamente mettere nella condizione gli eventuali investitori di costruire un piano che risolva il problema occupazionale. La situazione della De Tomaso è emblematica delle difficoltà del Piemonte: senza investimenti si rischia un futuro di disoccupazione per migliaia di lavoratori ed è necessario progettare un processo di reindustrializzazione perchè Torino e il Piemonte non si possono affidare unicamente agli impegni, per altro ancora imprecisati, annunciati della Fiat”.
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