Seguici su

Piemonte

Regione Piemonte prepara piano di contrasto al gioco d’azzardo patologico

Redazione Quotidiano Piemontese

Pubblicato

il

videopoker“In Piemonte la  spesa per il gioco supera i 5 miliardi di euro e purtroppo negli  ultimi anni i pazienti affetti in forma grave da gioco d’azzardo patologico sono più che quadruplicati. Riteniamo sia un dovere morale intervenire su questo settore che rovina centinaia di famiglie e comporta peraltro costi crescenti a carico della sanità pubblica”. E’ quanto annunciato dal presidente della Regione, Sergio Chiamparino, e dall’assessore alla Sanità, Antonio Saitta che nel corso dell’ultima riunione della giunta hanno dato il via alla preparazione di un piano di contrasto al gioco d’azzardo patologico.

“A breve il nostro piano sarà pronto” annuncia l’assessore Saitta, che intende coinvolgere non solo gli enti locali e le istituzioni scolastiche del Piemonte, ma il vasto mondo del volontariato, le associazioni antimafia, le parrocchie, senza dimenticare le banche e gli istituti di credito: “Nostri interlocutori dovranno essere prioritariamente i commercianti, perché la normativa regionale approvata prevede che dal 1° gennaio 2015 per tre anni l’aliquota Irap sia ridotta dello 0,92% per gli esercizi che provvederanno volontariamente alla completa disinstallazione degli apparecchi da gioco e nello stesso tempo che aumenti dello 0,92% a carico di quegli esercizi nei quali le micidiali macchinette resteranno installate”.

“Vogliamo sollecitare i sindaci del Piemonte ad assumere decisioni sull’insediamento dei locali dove si gioca, per evitare che siano presenti intorno a luoghi sensibili, come le scuole”, aggiunge Chiamparino.

Se in Italia la stima dei giocatori d’azzardo patologici varia dallo 0,5% al 2,2% (dati Ministero della Salute), in Piemonte i casi conclamati e quindi presi in carico dai servizi che in ogni Asl e Aso si occupano delle dipendenze sono stati lo scorso anno 1.256, in prevalenza uomini, età media di 47,9 anni con una media di soggetti a rischio che in Piemonte è più  alta di quella nazionale. “Se pensiamo che mediamente un paziente in carico ai SerD costa oltre 2.000 euro l’anno con un costo stimato che non tiene conto di eventuali costi aggiuntivi per ricoveri in strutture residenziali specialistiche – aggiunge Saitta – e che in un anno i nuovi utenti sono stati 578, ci rendiamo conto di quanto sia urgente intervenire per impedire il più possibile il diffondersi del fenomeno, aggravato certamente anche dalla crisi economica”.

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese