Ambiente
Due incidenti in pochi giorni all’inceneritore del Gerbido: sforati limiti di carbonio e ammoniaca
Gli ultimi giorni di agosto sono caratterizzati da ben due incidenti al termovalorizzatore del Gerbido, alle porte di Torino, incidenti che non hanno finora scatenato nessun dibattito politico a dispetto della potenziale gravità dei casi. Il 20 agosto, il primo: un blackout dell’impianto, non certo il primo. Al proposito, TRM scrive che l’evento, che “impedisce il controllo della combustione, ha comportato un lieve superamento delle emissioni di monossido di carbonio (CO) sulle linee 1 e 2”. Non propriamente tranquilizzante. La linea 3, per la cronaca, non ha subito danni perchè spenta, in quanto non ci sono abbastanza rifiuti per utilizzarla.
Il giorno 27, invece, ossia l’altroieri, ecco un guasto alla Linea 1: si blocca completamente la combustione, e vengono sforati i limiti nelle emissioni di carbonio (CO) e anche di ammoniaca (NH3). Gli oppositori e più in generale tutti coloro che hanno qualcosa in contrario all’inceneritore sostengono che, con buona probabilità , gli sforamenti siano avvenuti anche per tutti gli altri microinquinanti, che subiscono controlli con cadenza appena quadrimestrale; parte della popolazione chiede all’amministrazione di mettersi in moto per garantire un minimo di sicurezza nell’aria che si respira, o almeno qualche parole che segnali come ci sia intenzione di affrontare la questione.
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