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Incandidabilità, il Ministero dà ragione a Ricca: ”Il parere mi conforta, peccato sia tardi”

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luigi sergio ricca - moderatiSergio Ricca si sente “fregato” L’ex presidente della Provincia di Torino, che aveva rinunciato alla candidatura per il Consiglio Regionale in seguito a una contestazione per incandidabilità, ha infatti ricevuto dal Ministero dell’Interno la risposta che si aspettava al quesito da lui stesso posto mesi fa; peccato per lui che sia ormai tardi. Cos’era accaduto? Quando negli anni ’90 il politico oggi nei Moderati militava nel PSI patteggiò una pena per finanziamento illecito, pena che Ricca definisce già estinta come reato con provvedimento del Tribunale di Torino in data 22/12/2001 e, in quanto risalente a prima della legge 475/99, non equiparata a condanna”. Ciò contestatogli, il sindaco di Bollengo preferì ritirare la propria candidatura, per quanto malvolentieri.

Il Ministero ha oggi dato ragione all’escluso dalla corsa regionale, confermando che le cause di incandidabilità riguardano solo le sentenze di patteggiamento arrivate dopo la legge succitate; all’epoca dei fatti, il consenso al patteggiamento non era neppure ammissione di colpevolezza. Insomma, Ricca avrebbe potuto serenamente candidarsi alle scorse elezioni regionali. ““Il parere mi conforta. Mi ero sentito mortificato e ho rinunciato per evitare strumentalizzazioni che avrebbero potuto nuocere alla mia lista e al candidato presidente. Mi rimane il rammarico, anche alla luce dei risultati della consultazione elettorale, di non aver potuto verificare il consenso dell’elettorato; e soprattutto non mi spiego come l’Ufficio Centrale Circoscrizionale del collegio di Torino per l’esame delle candidature abbia potuto non considerare gli elementi che sottolineati invece dal Ministero. Ma tant’è”.

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