Alessandria
Ilva, occhi puntati anche su Novi: “Se si vende deve essere coinvolto tutto il gruppo”
Il futuro dell’Ilva passa dal Piemonte. Ieri si è tenuto a Novi Ligure un incontro tra il sindaco Rocchino Muliere, i parlamentari Borgero e Lavegno, il prefetto Romilda Tafuri e i rappresentanti sindacali dell’azienda. La richiesta di Cgil e delle altre sigle è stata univoca: se, come sembra, il governo ha intenzione di vendere l’Ilva, deve includere tutte le proprietà del gruppo, non solo lo stabilimento di Taranto. Delle 8 milioni di tonnellate di acciaio prodotte in Puglia, infatti, più della metà viene smaltita nell’impianto di Novi (il resto a Genova), per cui “se in futuro non venisse venduto il gruppo nella sua interezza questo meccanismo verrebbe interrotto con gravi ripercussioni occupazionali”. Nei giorni scorsi il primo cittadino novese aveva incontrato a Milano il commissario straordinario per l’emergenza Ilva, Piero Gnudi, occupato nella ricerca di un nuovo azionista per il gruppo siderurgico. L’intenzione di Gnudi è di trovare un imprenditore che possa garantire la centralità dell’Ilva, e quindi dell’Italia, nel mercato dell’acciaio, con un occhio di riguardo alla salvaguardia ambientale e alla tutela dei posti di lavoro. Il capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio comunale, Fabrizio Gallo, ha invitato Gnudi a visitare lo stabilimento di Novi, per un confronto con i dipendenti e una rassicurazione sul futuro dell’azienda e del personale coinvolto. Il prossimo incontro interlocutorio si terrà ai primi di settembre.
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