Cittadini
Dopo l’estate il Piemonte dovrà rivedere la questione del veto alle scuole private
Si riparlerà dopo l’estate, da settembre in poi, della norma regionale piemontese che consente alle scuole paritarie il veto all’apertura di nuove scuole materne statali nella loro stessa zona di competenza. E’ quanto ha dichiarato, giovedì 31 luglio, Gianna Pentenero, assessore all’Istruzione della Regione Piemonte. Secondo l’assessore la norma verrà rivista in base alle necessità e difficoltà emerse nell’anno scolastico da poco terminato. In Piemonte, infatti, le scuole paritarie, ovvero private abilitate a rilasciare titoli di studio legali e riconosciuti, secondo una delibera del consiglio regionale del 2013, possono opporsi ai “concorrenti” che si occupino di infanzia pubblica. Lo scorso anno il veto, nel giro di pochi mesi, è stato posto sei volte. La questione è diventata urgente dopo un ordine del giorno di Marco Grimaldi e Andrea Appiano, consiglieri Sel con la richiesta di un rimedio a tale norma in modo che, stando alla loro opinione, non limiti il diritto all’istruzione.
Tale ordine del giorno è successivo ai fatti di Bibiana, paese di poco più di 3mila abitanti in provincia di Torino, dove una scuola materna statale, già realizzata al costo di 1milione e mezzo di euro di cui 500mila fondi regionali, 388mila europei e i restanti fondi comunali, è stata bloccata. L’apertura è stata sospesa perché nell’area territoriale esiste già un asilo nido privato, il San Marcellino e, per il momento, non c’è ancora soluzione al problema.
In merito all’intervento dell’assessore Pentenero, Francesca Frediani e Fedeerico Valetti, consiglieri regionali M5S Piemonte, confidano che la rivisitazione della norma non sia ostacolata da correnti “centriste” del Pd. “La Regione non può permettere di affidarsi semplicemente al buonsenso degli istituti scolastici privati e sperare in una positiva conciliazione che salvaguardi gli interessi di tutti. Il veto consentito dall’attuale normativa agli istituti paritari, in caso di realizzazione di una struttura pubblica nello stesso Comune, deve essere rimosso il prima possibile. Questa concessione, oltre a prevedere probabili profili di incostituzionalità rappresenta il fallimento della politica piemontese in materia di istruzione. Le scelte devono rimanere in mano agli amministratori, siano essi comunali o regionali. E’ impensabile delegare un potere così ampio a soggetti privati o al loro eventuale buonsenso“.
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