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Torino vuole cedere Amiat, sindacati in guerra: ”La promessa era un 51% per sempre pubblico”

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amiatCosa sarà di Amiat, l’azienda che si occupa della raccolta e smaltimento rifiuti a Torino? “Niente è ancora stato deciso”, la non-risposta del sindaco Piero Fassino. E in effetti, ogni delibera in merito è stata rinviata. Il primo cittadino si è incontrato innanzitutto con i sindacati confederati; due ore di colloquio (presenti anche l’assessore alle Partecipate, Tedesco, e il presidente di Amiat, Magnabosco) che non hanno mutato di un centimetro le rispettive posizioni. Quindi, per Fassino è stato il turno di parlare con i rappresentanti delle confederazioni. “Ci erano state fornite garanzie in merito al fatto che la città avrebbe sempre mantenuto il 51% dell’azienda”, dice Francesco Tutone, Fit Cisl, “mentre ora ci prospettano la cessione di una quota che va dal 30 al 35%. Anzichè impoverire ulteriormente Torino, trovino altrove le risorse, magari dall’evasione fiscale”. Si tratterebbe in effetti del 31%, che il Consiglio sarebbe pronto ad approvare, ma il sindaco ha rinviato il tutto a settembre; non tanto perchè intenda mettere in discussione l’operazione, quanto perchè – parrebbe – intende dare ai sindacati la possibilità di studiare meglio il progetto, prima di mettersi sul piede di guerra.

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