Cittadini
Intesa Sanpaolo riconosce il matrimonio gay, congedo matrimoniale anche se ci si sposa all’estero
Intesa Sanpaolo anticipa lo Stato italiano e firma un accordo con i sindacati che concede il congedo matrimoniale anche per le coppie omosessuali che si sposino all’estero. In realtà la formulazione del testo sottoscritto ieri dai dirigenti dell’istituto bancario e da Cgil, Cisl, Uil, Fabi, Ugl Credito, Sinfub e Dircredito, è molto più ampia ed include matrimoni di qualsiasi religione: “congedo straordinario retribuito di 15 giorni consecutivi di calendario al dipendente che contrarrà matrimonio riconosciuto in Italia o all’estero, con rito civile, cattolico o acattolico, anche senza trascrizione nei registri dello stato civile italiano”. In pratica, anche le coppie gay che, per legge, non possono vedere riconosciuto il proprio legame in Italia, potranno beneficiare delle ferie post matrimonio e, come loro, anche i novelli sposini valdesi, luterani, ebrei o buddisti. Unico paletto, che dopo il rito gli sposi risultino conviventi e possiedano i requisiti basilari richiesti per celebrare il matrimonio.
Non è la prima volta che una grande azienda anticipa lo Stato sul tema dei diritti civili: accordi del genere sono stati già firmati da multinazionali del calibro di Ikea, Dhl o Citybank e anche dalle italianissime Telecom e Coop Adriatica. Grande soddisfazione dalla comunità gay e dal presidente nazionale di Arcigay Flavio Romano, mentre l’Intesa Sanpaolo tende a sottolineare come tutto questo serva a “contribuire al miglioramento del clima aziendale e per aumentare la qualità della vita dei dipendenti e delle loro famiglie”.
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